Questa nuova tornata elettorale, esprimerà una valenza di forza: nessuna predisposizione personale, nessuna contingenza territoriale, bensì una spiega di forze partitiche in modo da registrare il ruolo degli stessi nel panorama politico nazionale.
Come contraccolpo diretto però, ci sono le elezioni per il rinnovo delle Amministrazioni Comunali; queste designano un altro scenario complementare: uguaglianza territoriale non è sempre sinonimo di uguaglianza partitica. Ora il dilemma sta nell’individuare quale possibile ruolo svolgono i partiti all’interno dello spazio comunale e come la loro valenza percentuale sia determinante nelle piccole Amministrazioni.
Stando agli ultimi periodi, la finalizzazione di questo processo reintegra gli spazi morti, cioè quelli in cui la scelta elettorale non è dettata dalla solita e incessante propaganda bensì dalla destrezza con a quale si riesce ad ottenere a sé nuove forme di elettorato: questo ormai confuso tra la disillusione, la noncuranza e tra le noiose diatribe tra i candidati. La predisposizione naturale e culturale di un candidato, nelle varie fasi della campagna elettorale, innalza sempre un’asticella di rappresentanza: quella mirata a distinguersi dalla massa cospiratrice e, fatto salvo il background di ognuno dei papabili candidati, quella che si presenta nella fattispecie come attrazione per la determinazione di un cambiamento nella stasi nazionale.
Le caratteristiche innovative che si presentano agli elettori nel quadro europeo hanno in sé una stesura di cavallo di ritorno: molti “puledri” si investono di quella criniera passata che come sempre non cambia con il tempo, depauperatizzata dalla formazione classica nazionale e permeata di beneficenza europea. Il solista diventa calamitoso e portante, il massista diventa capo di un monologo di partecipazione culturale, il fantasioso si ribella all’unanimità agli avventurieri di giornata, lo storico rivendica il diritto di studioso e di portatore sano di valori e di conoscenza, il politico ritorna ad essere percentualmente decisorio.
La nostra scelta non sarà solamente dettata dalla forza di fidelizzazione che si avrà nel proseguo della campagna elettorale, bensì dalla pubblicità di temperamento che ogni gruppo soldato riuscirà a calare tra le voci stanche dei delusi e dei malcontenti. La spina dorsale delle proposte in atto è orientata a tastare il polso per le future vicende nazionali: si fanno campagne propedeutiche alla conquista di un futuro posto al sole, il cosidetto “back to the Future”. Quel che rimane da considerare è la valenza di una partecipazione folle per un obiettivo che sembra a noi distante ma che determina in ogni aspetto della vita quotidiana l’asticella di forza di ogni paese partecipante.