Ad agosto, come una buona parte degli italiani, anche il fisco non va in ferie. Lo sanno bene i contribuenti italiani ed in particolar modo le imprese e i lavoratori autonomi che, entro la fine del mese, dovranno versare all’Erario oltre 29 miliardi di euro di imposte. A comunicare la notizia è l’Ufficio studi della Cgia. Stando agli studi, la voce che da un punto di vista economico graverà maggiormente sulle tasche dei contribuenti sarà l’Iva in quanto il gettito dovrebbe superare i 13 miliardi di euro. Segue il versamento da parte dei datori di lavoro delle ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori, pari ad un importo di 7,6 miliardi di euro e il pagamento del saldo e dell’acconto Irpef che dovrebbe garantire un gettito di 2,45 miliardi. Altri 1,7 miliardi giungeranno nelle casse dello Stato dal pagamento dell’addizionale Irpef, mentre dall’Irap e dall’Ires sono previsti altri 3 miliardi di euro. Infine, i lavoratori autonomi dovranno versare le proprie ritenute Irpef per un importo che dovrebbe toccare 1,3 miliardi di euro. Dalla Cgia, poi, ricordano che in prospettiva il carico fiscale che grava sui contribuenti italiani potrebbe addirittura aumentare. Nel 2015, infatti, il Governo ha deciso di tagliare la spesa pubblica di 17 miliardi di euro, con un impegno minimo da raggiungere che non potrà essere inferiore ai 4,4 miliardi di euro. Nel caso il Governo non sia in grado di centrare questo obbiettivo minimo, scatterà la cosiddetta ‘clausola di salvaguardia’. In altre parole, come ha confermato nei giorni scorsi il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, a fronte del mancato taglio della spesa, i contribuenti saranno chiamati a sopportare un aggravio fiscale di 3 miliardi di euro, a seguito della riduzione delle agevolazioni/detrazioni fiscali e all’aumento delle aliquote, mentre i ministeri dovranno tagliare la spesa per un importo di almeno 1,44 miliardi di euro. Secondo Bortolussi, segretario della Cgia Mestre, “O si riesce a razionalizzare la spesa pubblica e a ridurre gli sprechi, gli sperperi e le inefficienze, o a pagare il conto saranno ancora una volta gli italiani che già ora sono tra i contribuenti più tartassati d’Europa”.
Appare chiaro, dunque, che da tempo ormai la paura del futuro sta condizionando gli italiani che in questo momento di difficoltà hanno come unica certezza quella di onorare un fisco sempre più esoso. Tale situazione d’incertezza e preoccupazione si registra ovviamente anche dalle nostre parti tant’è che ieri, un noto quotidiano cartaceo locale, riportava la notizia dell’aumento di richiesta di dilazionamento delle tasse da parte dei nostri concittadini. Nella speranza che lo scenario per il 2015 possa cambiare e, se non migliorare quanto meno non peggiorare, noi tutti continueremo ‘a stringere la cinta’ sempre che spazio sulla cintura per altri buchi ce ne sia ancora!