Il pareggio contro il Torino ha messo fine in un colpo solo sia alla stagione del Benevento che all’esperienza di Inzaghi sulla panchina giallorossa. Il tecnico piacentino ha ufficializzato un addio ormai nell’aria da diverse settimane chiarendo anche che la scelta di non far giocare Ghigo Gori non è stata sua: “Le nostre strade si dividono e mi dispiace non aver potuto far giocare Gori, non è stata una mia decisione ma non sono stato autorizzato”, ha dichiarato nel post gara. 

Futuro – “L’auspicio è quello di ritrovare il Benevento dove merita, sono certo che con questa proprietà ci sono tutti i presupposti per risalire in serie A.  Le responsabilità vanno condivise, non credo di essere l’unico ad averne. Abbiamo fatto la serie A a testa altissima dopo aver stravinto il torneo di B che è sempre molto complicato. Se si sottovalutano determinati aspetti non si cresce mai”.

Percorso – “Quello che dispiace è che nelle vittorie c’eravamo tutti, nelle sconfitte mi sono trovato da solo. Ho letto addirittura un comunicato in cui mi accusavano di non aver assistito agli ultimi 5 minuti di gara con il Crotone. Non accetto che si dica una menzogna simile, sono molto amareggiato. Io e il mio staff abbiamo lavorato 10 ore al giorno per la squadra, sono molto dispiaciuto”

Discesa in B – “Le cause avremo modo di analizzarle, io ho cercato di trasmettere fiducia e tenere tutti sul pezzo quando si parlava addirittura di Europa League. Siamo arrivati a un passo dalla salvezza, avremmo voluto giocarci tutto con il Torino che ha il centravanti della Nazionale. Se non avessi creduto nella salvezza sarei andato via, avrei potuto firmare con qualsiasi altro club”.

Solitudine – “Un allenatore nelle vittorie è con tutti, nelle sconfitte è da solo. Il calcio è questo, mi amareggia che della mia esperienza a Benevento verrà ricordato solo l’epilogo, ma non è detto che un giorno non tornerò. La gente sa la verità, ringrazio i tifosi che nei miei confronti sono stati stratosferici. Quando li incontravo per strada in questi giorni quasi mi vergognavo per non aver ripagato il loro affetto”. 

Episodi – “Il nervosismo c’è in tutte le squadre, in tutti gli spogliatoi, ma qui viene amplificato tutto. Nella mia carriera ricordo che ci siamo picchiati ma nei posti veri e giusti non esce fuori nulla. Qui si sa tutto, ovunque. I ragazzi ci tenevano, altrimenti non si sarebbero arrabbiati. Ammetto i miei errori, ma occorrono valutazioni oneste. Da qui si ripatirà, purtroppo da una retrocessione, ci si poteva lasciare meglio. Sono uscite cose ingiuste, non vere. Forse sono state indirizzate, fa male. Se si soffermano sull’episodio col Crotone vuol dire che non vogliono crescere. Sarei morto se avessi visto il gol di Simy. Dopo tutto quello che ho avuto dalla vita ho dimostrato un legame fortissimo con la maglia giallorossa. Non mi sono preso meriti per i record, oggi mi attribuiscono demeriti. Se ci sarà onestà crescerà tutto l’ambiente“.

Tifosi – “Porterò Benevento e i beneventani nel cuore, compresa la società che mi ha dato una grande opportunità. C’è rammarico per questo finale, ma era solo il secondo anno di A e abbiamo fatto parlare l’intera Europa. Camminavamo per Torino e c’era gente dispiaciuta per la nostra retrocessione. Abbiamo dato tutto, è chiaro che abbiamo incontrato difficoltà perché abbiamo combattuto con Torino e Cagliari, squadre di altro livello. E’ vero che col Crotone non dovevamo prendere gol, ma se col Cagliari non ci fossero stati determinati episodi“.

Responsabilità – “Sapevamo che c’erano delle problematiche, la società ha inseguito un grande attaccante. Di Serio è un ragazzo straordinario che ha fatto 15 partite ma è giovane. Iago Falque e Moncini non li abbiamo mai avuti, Lasagna ha preferito Verona e non ci dobbiamo nascondere. Tornare indietro serve a poco, soffermarmi sul difensore centrale non cambierebbe la classifica. Anche nelle sconfitte bisognava stare tutti insieme. Mi dispiace per la retrocessione, ma da questa esperienza tutti siamo cresciuti. Meritavamo di giocarci questa gara, la mia carriera insegna che un anno storto può far da preludio ad una grande crescita“.