Stiamo troppo bene, nonostante la crisi, e abbiamo – non tutti, è vero – la pancia piena, così che il benessere ci rende insensibili alle grida degli altri, come denunciava Papa Francesco giusto un anno fa da Lampedusa, quando parlava della ‘globalizzazione dell’indifferenza’.
Il pontefice intendeva ‘scuotere le coscienze’, ma le conseguenti decisioni politiche per prendere di petto il problema non sono arrivate. Neanche stavolta. Ancora in questo fine giugno 2014 si conta, infatti, l’ennesima tragedia con una trentina di cadaveri consegnati all’Europa dall’ennesimo barcone della morte.
Nei primi sei mesi dell’anno sono 60mila le persone – di questo si tratta, persone – in qualche modo approdate sulla sponda nord del Mediterraneo, sorvegliato dall’operazione ‘Mare Nostrum’ che, pur tra mille limiti strumentali, tende una mano a chi cerca dalle nostre parti un impossibile Eldorado.
“Da oggi l’Italia è meno sola nel Mediterraneo”, aveva detto il premier Matteo Renzi venerdì 27 giugno al termine del Consiglio europeo, dove i capi di Stato e di Governo dell’Ue avevano concordato di farsi carico programmaticamente, ma non ancora solidalmente, del fenomeno migratorio. Se l’Italia sarà meno sola lo si vedrà nei prossimi mesi, nei prossimi anni. Per ora Renzi debutta come presidente di turno Ue con l’ennesimo funerale di anime disperate, fuggite dalla loro terra sperando in chissà cosa ed illuse da chissà chi.
Capiterà forse che l’operazione comunitaria ‘Frontex’ prenda il posto di ‘Mare Nostrum’, ma serve ben altro! Serve vero sviluppo politico, economico, sociale e culturale nei Paesi di partenza. Occorre la collaborazione Africa-Europa per perseguire gli scafisti e gli sfruttatori di ogni sorta. Urgono denaro e mezzi per scandagliare il mare e tendere la mano a chi rischia di morirci.
Urgono fondi per migliorare la prima accoglienza e accordi precisi nell’ambito delle politiche sui rifugiati e l’asilo.
Urge una equa e solidale ripartizione delle conseguenze e dei costi del problema migratorio.
Scorciatoie non ce ne sono. Le ennesime chiacchiere non bastano più.
di Carmine Di Pinto