Innovation word cloud glowingParola d’ordine: innovazione! Non c’è convegno, discussione, intervista, intervento che non chiarisca quale sia la porta attraverso la quale l’Italia può rilanciare la propria economia, e quindi superare la lunghissima crisi economica che l’attanaglia dal 2008. Innovazione. Una parola che dà un senso di nuovo, di moderno, di cose da fare necessariamente.
Ma che vuol dire in pratica? Tutto e niente! È semplicemente la capacità di cambiare le cose per migliorarle, per tagliare un costo, per aumentare la produttività, per razionalizzare la logistica, per sviluppare il marketing, per ideare nuovi prodotti più apprezzati dal mercato o che s’inventino un mercato. Insomma, non dormire sugli allori, non aspettare passivamente che la concorrenza ti sommerga e i clienti ti abbandonino.
Insomma, un’ovvietà! Ci sono settori industriali, come l’elettronica ad esempio, che dell’innovazione sfrenata fanno la loro bandiera. Per tali motivi accade che spesso ‘a rimetterci le penne’ siano le piccole aziende artigianali o del ‘Made in Italy’, spesso a conduzione familiare, che fanno invece della tradizione il loro vessillo. Accade così, ad esempio, che l’agrumicoltura siciliana va in crisi profonda, mentre quella spagnola si meccanizza e guarda più ai clienti che alla mera produzione. Ma questo è davvero il meglio? Spesso restiamo attoniti nel sapere delle numerose aziende che restano schiacciate dalla concorrenza operata dalle multinazionali, ma altrettanto spesso, invece, restiamo colpiti dai tanti nuovi giovani imprenditori che riescono, attraverso le ormai note ‘startup’, a coniugare tradizione ed innovazione, facendo così spiccare il volo alle loro imprese. Ecco, dunque, che ‘innovazione’ ormai sta diventando in realtà lo squillo di una sveglia per i nostri giovani. Solo intraprendendo si crea ricchezza, il resto è fumo attorno all’arrosto.