Reset. Da qualche parte un tasto dovrà pure esserci. Tra i dati accumulati in memoria negli ultimi dieci giorni c’è ben poco da salvare. Il sistema giallorosso è stato infettato da un virus che lo ha bloccato del tutto, rendendolo inefficace e soprattutto lento. Problemi di impostazione e di fluidità, per la verità, questa squadra ne aveva sempre avuti. Li ha lasciati emergere quando ha inanellato dieci risultati utili, ne mostrava ancora prima e continua a denotarli adesso, ma la cosa che l’aveva contraddistinta fino a due settimane fa era proprio la capacità di trovare l’intuizione giusta al momento giusto, quella scintilla che di colpo avrebbe acceso e sbloccato la partita, concedendo il resto dei minuti a pratiche di gestione difensiva svolte con la massima accortezza. Tra Livorno e Cremona, nel lungo viaggio verso nord, il Benevento ha smarrito sia la scintilla che le convinzioni difensive. Negli ultimi centottanta minuti ha incassato quasi lo stesso numero di gol delle precedenti otto gare di campionato, oltre ad arrestare pericolosamente la sua produzione offensiva. Zero tiri in porta a Cremona, uno nello specchio a Livorno. Qualcosa ha smesso di funzionare, a Bucchi il compito di capire di cosa si tratti. Le disquisizioni tecniche, nelle ultime ore, hanno riguardato soprattutto un centrocampo completamente slegato dai due attaccanti, una manovra priva di qualità e una difesa parsa stranamente vulnerabile. Contro uno Spezia in crisi, scosso dalle recenti questioni societarie, si aspettano risposte. La condanna è quella di tornare al successo per non perdere un treno che fino a poco fa sembrava ampiamente alla portata. Ma la B vive di tempi, ritmi e distanze completamente differenti da qualsiasi altro campionato. A volte perdona gli stop, altre volte no. Fermarsi a pensare può essere controproducente, la soluzione è ripartire. In fretta.
Francesco Carluccio per Corriere Sannita
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