Riposa in pace Zi’ Gaetà. Vivrai per sempre nei ricordi dei tifosi del Benevento. Sei stato il simbolo del calcio di una volta, nel quale noi eravamo bambini che andavano allo stadio accompagnati a volte da finti papà reclutati davanti ai cancelli, pur di riuscire ad entrare; anni in cui il pallone era in cuoio, bianco con i pentagoni neri. I giocatori non usavano i parastinchi,  il portiere poteva sempre prendere la palla con le mani ed il tuo vicino di posto si portava la radiolina per ascoltare tutto il calcio minuto per minuto. Perchè all’epoca… il nostro era un calcio di provincia. Ciononostante… era bello, ed il tuo ricordo, dell’omino che si precipitava in campo correndo come una trottola con la borsa e le borracce… rimarrà indelebile. Adesso vai ad accrescere quella Curva Giallorossa fra le nuvole che annovera altri personaggi illustri del Benevento che non sto qui ad elencare e sicuramente da lassù continuerai a fare ciò che più ti riusciva meglio: amare questa maglia. Apro questo editoriale ricordando la splendida persona che era Gaetano Allegretti, lontano anni luce dal calcio di lustrini e paillettes, dal calcio miliardario e tecnologico che paradossalmente però, non riesce ad accorgersi di un pallone che varca la linea di un metro! Immagino se il punticino letteralmente rubato al Cosenza nel derby di ieri sera dovesse influire su un eventuale discorso salvezza dei lupi silani, o se i due punti così spudoratamente immeritati conquistati dal Crotone servissero a decretare sul fino di lana la promozione diretta ai calabresi. Oggi, da tifosi della Strega, analizziamo quasi con distacco il…distacco (perdonate il gioco di parole) limatosi di due punti che ci separa dai calabresi; chissà se i punti di vantaggi anziché 13  si fossero ridotti a 2 o 3 in virtù del furto a cui l’Italia intera ha assistito ieri sera. Questo serva da monito a tutti, in primis a quei tifosi snob che attraverso esternazioni sui social pensano di avere già la A in tasca da tempo. Ho letto di alcuni che  sono arrivati a scrivere cose come “se vinciamo le prossime 6/7 partite festeggiamo la promozione a fine Febbraio”, come se in campo non ci fossero avversari ma solo comodi sparring partner, o che parlano già di  ipotetici nomi in vista di una Serie A che è ancora tutta da conquistare. La promozione può dipendere da tanti fattori, compreso l’eclatante svista arbitrale che, di fatto, oggi fa sentire l’alito Crotonese sul collo del Pordenone. La prova offerta dalla Strega Domenica, al di là del pari casalingo,  è stata comunque ben oltre la sufficienza; solo sfortuna, imprecisione ed un arbitraggio ben oltre i limiti del consentito, ha interrotto la striscia di vittorie. Ricordiamoci anche dei carichi di lavoro supplementari effettuati nel mini ritiro romano, che hanno bloccato almeno nella prima frazione il gioco giallorosso, venuto però fuori alla distanza. E’ il momento di serrare i ranghi e di pregare che la dea fortuna non ci giri le spalle, visto che in due partite abbiamo perso due, se non tre, validi giocatori. Forse però ne abbiamo ritrovati due; uno è Sau che partita dopo partita sta facendo capire perché era (ed è) un giocatore da Serie A, l’altro è Massimo Coda, professionista esemplare che ha sfornato la solita prestazione monstre al netto di tutte le fuorvianti voci di mercato che avrebbero potuto mandarlo in stato confusionale. 18 finali ancora da affrontare; troveremo la squadra agguerrita che lotta per salvarsi e vorrà strappare il punticino con le unghie e con i denti, quella che cercherà il successo in ottica play off (praticamente almeno una decina vista la classifica cortissima) o per vivere una settimana alla ribalta per aver eventualmente fermato la capolista. Cittadella è il prossimo impegnativo banco di prova da cui ripartire per mettere a tacere gufi e cornacchie e per dare l’ennesima spallata a questo campionato. Avanti Strega, anche perché da ieri c’è un tifoso in più lassù da onorare.
 
Daniele Piro/Scugnizzo69