Caro Zio Gaetano,
ho deciso di scriverti una lettera, sicuro che la leggerai.
Il mio primo incontro con te avvenne nell’estate 1998, allo stadio Vigorito. Mi presentai al campo con la mia borsa di allenamento. Vedendomi arrivare con la borsa mi venisti incontro, dicendo:” che fai con questa borsa?”, io risposi “signor Gaetano è la mia roba per l’allenamento”!
Al che tu rispondesti:” ma da dove vieni? Qui sei nei professionisti, non devi portarti la roba da casa. Qui, ogni giorno, al tuo posto troverai il tuo abbigliamento per l’allenamento.” Praticamente fu il mio battesimo nel mondo professionistico. Infatti venivo dal mondo dilettante, precisamente dalla Puteolana che militava in serie D.
Da quel momento mi hai considerato come un figlio, assecondando tutte le mie richieste. Eri sempre attento affinché non commettessi errori, non conoscendo ancora le dinamiche del mondo professionistico.
Siamo stati ben 8 anni insieme, infatti per l’ultima volta ti ho ritrovato alla Forza e Coraggio.
Quanti ricordi mi passano per la mente.
Quando arrivavo al campo, la prima cosa che mi dicevi:” buongiorno Armando, come sta’ la famiglia? I bambini tutto bene?”. Li hai visti crescere.
Il momento più bello era quando finiva l’allenamento, perché con Ernesto organizzavamo sempre uno scherzo per te e Giovanni De Caro. Tu ti arrabbiavi, per poi divertirti. Facevamo sempre tardi, nessuno scappava via. Era un calcio d’altri tempi? Ringrazio Iddio di essere cresciuto in quel calcio, fatti di valori e senso di appartenenza.
Ad ogni battaglia, si, erano vere e proprie battaglie, litigavo sempre con gli avversari, e tu sempre pronto a difendermi. Nonostante eri piccolo, diventavi grosso come un gigante!
Quando ero teso per la partita, nonostante tu stesso fossi agitatissimo, cercavi in tutti i modi di tranquillizzarmi.
Allora non c’era la panchina di ” cortesia”, per poter vedere la partita a bordo campo bisognava nascondersi. Puntualmente veniva il commissario di campo per allontanarmi, poi arrivavi tu:” commissario il professore è il preparatore del Benevento, sta’ con me” ed il commissario andava via concedendomi la possibilità di vedere la gara a bordo campo vicino a te.
Dovunque andavamo, tutti ti conoscevano e ti rispettavano.
Quanti panini al campo, nelle doppie sedute, abbiamo mangiato insieme.
Ad ogni trasferta ti facevo sempre lo stesso scherzo, ricordi?
Appena partiva il pullman per la trasferta, io ti facevo uno squillo sul telefonino; appena vedevo che tu rispondevi, attaccavo. Tu ti giravi tutto arrabbiato ed io:” Zio qualche calciatore si vuole divertire con te”. Questo succedeva decine di volte durante tutto il viaggio. Una volta arrivati in ritiro ti confessavo che ero stato io e finiva in risate. Poi ti dimenticavi il tutto, e nella trasferta successiva si ripeteva il gioco. Quante risate insieme.
Durante i ritiri pre-campionato, io ed Ernesto aspettavamo il pomeriggio con ansia. Questo perché tu dopo il primo allenamento rimanevi negli spogliatoi a lavorare, ti mangiavi un panino e poi ti addormentavi per la stanchezza. A quel punto, io ed Ernesto, venivamo per giocare con te, ti facevamo sempre qualche scherzo per poi ridere tutti insieme.
Sei stato per me, per tutti noi, un secondo padre. Ti abbiamo tutti voluto bene. Tu sei IL BENEVENTO CALCIO. SEMPRE. Tu sei la storia, quella con la S maiuscola.
Ogni volta che passo davanti allo stadio rallento, sperando di vederti. Lo facevo prima e lo farò anche adesso. Sicuramente i miei occhi saranno umidi, ma sarà un attimo, perché il dolce ricordo dei bellissimi momenti vissuti insieme avrà il sopravvento.
Ciao Zio Gaetano, grazie di tutto. Buon viaggio.
Il tuo Armando.