Domenica scorsa, a M4ontichiari, si è svolto l’annuale raduno nazionale del ‘Centro Aiuti per l’Etiopia’ che coinvolge da sempre famiglie che hanno adottato, o desiderano adottare anche solo a distanza,bimbi provenienti dall’Etiopia e dall’Eritrea, attraverso questa Onlus che opera in modo attivo e volontario al fine di promuovere la cultura della solidarietà a favore di migliaia di bambini che chiedono di poter diventare titolari a tutti gli effetti del diritto alla vita. L’incontro di Montichiari ha quindi, oltre allo scopo di raccogliere fondi attraverso il mercatino della solidarietà, anche e soprattutto quello di diffondere informazioni sulle attività della Onlus e d’incrementare lo spirito di solidarietà che tiene unite le famiglie ed i volontari.

Appoggiando questa Associazione e desiderosi di contribuire a trasmettere questo messaggio di amore, abbiamo intervistato una donna, una volontaria, una madre in attesa del suo bambino adottivo che a questo raduno era presente e che, attraverso le sue parole ed i suoi occhi colmi di amore, ha ben reso l’idea di cosa vuol dire coltivare un sogno e fare del bene al prossimo. Questa donna, di cui non facciamo nome per suo espresso desiderio, partita da Benevento alla volta della località in provincia di Brescia, ha iniziato il suo racconto con queste semplici parole: “È stato un viaggio bellissimo e ricco di emozioni, eravamo in tanti e tante erano le famiglie desiderose, come noi, di adottare un bambino”. Dalle sue parole, serene ed appagate, abbiamo subito intuito che il fulcro della giornata sono stati, dunque, proprio i bambini, quei bimbi più fortunati che hanno già trovato dei genitori pronti a colmare il loro desiderio di amore e che lì, con la loro presenza, erano una tangibile dimostrazione di quanto per loro si può fare. “La cosa che mi ha subito colpito – ha detto la donna – è stata la tranquillità di questi bambini, non un capriccio, non un voglio. Mi ha colpito la loro felicità e gli occhi di una mamma di due piccolissimi gemellini, occhi sorridenti e pieni di luce. Vede – ha proseguito – ho sempre pensato che le mamme non biologiche portassero nei loro occhi un’ombra, segno forse di qualcosa di non completamente compiuto in loro ma, guardando quella mamma ho dovuto ricredermi! Ho assistito alla trepidazione di una coppia che era in attesa di abbinamento, si abbracciavano e si davano forza tenendosi per mano, ma ho visto anche la delusione e le lacrime nei loro occhi trattenute a stento quando il presidente del ‘Centro’ ha detto che per ora non poteva abbinare loro nessun bambino. Beh vede, in quella donna delusa ho visto una grande forza, la forza che è tipica di una donna che è già madre dentro di sé”. Questa chiacchierata, quindi, ci ha fatto comprendere, oltre al valore della beneficenza e della solidarietà anche che un percorso duro e tortuoso come quello dell’adozione tempra e fortifica i futuri genitori e che quindi, anche se a volte l’iter si  rallenta e perde nel mare della burocrazia, serve a formare la futura famiglia.

“Molto emozionante è stata poi anche la messa – ci ha ancora raccontato la donna – I bimbi erano in prima fila seduti per terra e, tra le loro mani, tanti palloncini colorati tenuti stretti per la paura che potessero volar via. Il loro essere composti e non scorrazzanti durante la funzione fa capire tutto l’ottimo e non sempre facile lavoro che i genitori adottivi hanno fatto con questi loro bambini. Altro momento molto emozionante è stato quando un gruppo di ragazzi adottati e già grandi hanno voluto fare un regalo al presidente Rabattoni. Costui si è commosso sia vedendoli ormai così  grandi sia nel riferire le terribili condizioni di vita dei bimbi etiopi. Ho assistito anche alla solidarietà che esiste fra queste famiglie che hanno portato con loro, dalle loro città di provenienza, prodotti tipici artigianali e culinari di ogni genere, da poter poi vendere ed acquistare nel mercatino allestito nel centro Fiere per far poi ancora tanta beneficenza”.3

Dalle parole di questa donna, quindi, abbiamo capito che non si può descrivere l’abbraccio e l’abbandono di un bambino fra le tue braccia anche se tu non ne sei la madre; non si può descrivere il suo affidarsi a te e fidarsi totalmente di te. Abbiamo compreso l’importanza di un semplice gesto, quello dell’adozione a distanza. Questo gesto non oneroso, che può essere compiuto anche  famiglie già formate, può davvero aiutare tanti bambini direttamente nella loro terra. Abbiamo ascoltato una bella storia, ed abbiamo avuto il piacere ed il dovere di raccontarvela.

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