Clemente SalottoSi è svolta ieri sera, con un po’ di ritardo, la prima intervista del ‘Salotto del Sannio Fest’ in piazza Roma. Billy Nuzzolillo ha incontrato, presente un vasto pubblico plaudente, l’ex capitano giallorosso Gianpiero Clemente. L’intervista a colui che oggi è responsabile della Scuola Calcio giovanile del Benevento SpA, si è aperta con un “Bentornato a Benevento”.

La prima domanda del giornalista è stata, quindi, proprio relativa alla scelta di Clemente di fare ritorno in città e ‘di attaccare le scarpette al chiodo’.  “Questa scelta – ha risposto Clemente – è motivata al fatto di non provare più degli stimoli giusti, per cui non mi sembrava il caso di prendere in giro nessuno e soprattutto i tifosi. Circa la scelta del mio ritorno credo che non ci sia molto da dire perché il mio affetto nei confronti di questa città e viceversa è stato sempre molto palese, ed ecco che quando il Presidente mi ha offerto questo nuovo incarico non ci ho pensato su più volte sia perché è sempre bello fare una nuova esperienza, sia perché è veramente forte il mio legame con questo colore”.

Com’è nato nel lontano 2007, quindi, questo tuo speciale rapporto  con la città, chiede poi Billy all’intervistato. “E’ nato con la semplicità, con la capacità di vivere cittadini e tifosi come una persona normale quale ero e sono. Per diversi anni abbiamo dovuto mandare giù bocconi amari, ma questo non ha mai messo in discussione l’affetto ed il rispetto. Questo è stato capito e quindi sono stato come adottato da questa città”.

Detto ciò, dunque, speri di restare a lungo a Benevento? “Assolutamente si. Come me, anche la mia famiglia vive benissimo qui, i miei figli sono praticamente cresciuti a Benevento”.

Parliamo ora di quando eri calciatore – prosegue il giornalista – c’è qualche particolare ricordo che porti nel cuore? “Beh, credo che la corsa dopo il goal a Crotone sia l’emozione più grossa che abbia mai provato!”.

Conoscendo il tuo valore ed il tuo rendimento, continua a chiedere Billy, come mai a Perugia è poi finita come tutti sappiamo? C’è stato qualche cosa in particolare che non ha funzionato? “Ma, l’esperienza a Perugia è stata meravigliosa, il primo anno è partito alla grande, stessa cosa per il secondo. Poi, purtroppo, il cambio di allenatore ha avuto il suo peso. Non so ancora oggi il motivo per cui scelse di mettermi al margine della squadra, ma ormai è andata, bisogna guardare al futuro”.

Perugia è una città particolare dal punto di vista calcistico, il pubblico è più o meno esigente di quello beneventano? “Anche lì si vive il calcio con grossa passione. Loro hanno avuto la fortuna di vivere campionati importanti e perciò sono molto esigenti. Qui i tifosi sono stremati, chiedono la B! Alla fine bisogna sempre crederci e sperare! Ai tifosi dico però che avere una Società solida è la più grande fortuna”

Ritieni che questa nuova  suddivisione in tre gironi e il taglio dei play-off rendi tutto più difficile, soprattutto per il girone meridionale? “Ogni girone ha le sue difficoltà, noi dobbiamo affrontarlo pensando a noi stessi”.

La vittoria ad Ischia ha infuso coraggio. Si è partiti col piede giusto? “Sicuramente si, ma bisogna sempre cercare di dare continuità ai risultati e sono sicuro che il Benevento non si farà trovare impreparato”.

Mi è parso che il possibile ripescaggio del Benevento sia stato vissuto dai tifosi con meno emotività, cosa pensi a proposito? “Conosciamo bene le dinamiche ma, non per polemizzare, non si può ripescare una squadra con tanti debiti e lasciare fuori il Benevento che nel 2009 la Serie B l’ha vinta sul campo. I fatti di cronaca ci hanno dato ragione dopo qualche mese con il caso ‘calcio scommesse’, quindi era il minimo riportare questa squadra in serie B, la serie che meritava nel 2009. Purtroppo però di questo non si tiene conto. Si tiene conto della storicità e della società. Il Vicenza è stata una grande società, ma se oggi non ha soldi per la Serie B, è giusto dare spazio a società come il Benevento che ha tutte le carte in regola per poterla fare”.

C’è crisi anche nel calcio. Pensi che questo ridimensionamento degli ingaggi, che comincia a farsi sentire in tutte le categorie, apporterà dei cambiamenti? “Si, sicuramente. Dati poi i tempi in cui viviamo credo sia una cosa doverosa anche per la nostra categoria”.

E’ vero che squadre sannite dilettantistiche ti hanno proposto di giocare, affiancando così l’impegno in gara a quello della scuola calcio? “Si, è vero.  Io ringrazio chi mi ha fatto queste offerte, ma ho deciso di sposare questo progetto, di crescere e di cercare di fare del mio meglio con i bambini che verranno nella nostra scuola calcio. Non credo, quindi, che avrei potuto fare entrambe le cose al cento per cento”.

Prima di salutare il pubblico, Clemente ha poi ricordato che la scuola calcio è aperta, le iscrizioni non sono chiuse. Tutti i bimbi avranno le stesse opportunità e cercheremo di prepararli al meglio. “E’ normale, prosegue, che la concorrenza cerchi un po’ di screditarci, ma non è vero che noi abbiamo bambini raccomandati o quant’altro. Noi cerchiamo d’infondere a tutti l’amore per il calcio, sperando di essere all’altezza dei vostri bambini”.