La società Ristorò, che gestisce il servizio di mensa scolastica, ha organizzato, in accordo con il Dirigente comunale competente, Giuseppe Moschella, le visite guidate al centro di cottura, senza fornire ai docenti e ai genitori il Capitolato Speciale di Appalto che contiene le regole alle quale ditta dovrebbe attenersi e neppure i menù settimanali adottati dalla ASL. Le mamme finora, non hanno neppure potuto vedere le etichette incollate sulle vaschette dei pasti serviti ai propri figli che sono state più volte pubblicate solo da Altrabenevento.
Nonostante la carenza assoluta di informazioni necessarie per verificare il servizio, ieri un gruppo di genitori e docenti della Scuola San Filippo ha visitato il centro di cottura e non si è fatto incantare dalla messinscena organizzata dalla famiglia Barretta che, dopo le denunce di Altrabenevento, ha impiegato tre mesi per sostituire le pentole indecenti e ripulire i locali alla meglio.
Per questo primo ‘open day’ nel centro cottura era presente il doppio del personale che normalmente ci lavora: diversi dipendenti normalmente utilizzati nelle scuole, sono stati convocati presso le cucine e dotati finalmente di camici nuovi con le etichette ‘Ristorò’ incollate all’ultimo momento. Ma, nonostante, il potenziamento di organico, solo fittizio, il merluzzo con le carote è stato scongelato e cucinato di notte e messo nelle vaschette tra le 8.00 e le 9.30, quindi 4-5 ore prima della consumazione (il contratto prevede al massimo 50 minuti).
Sempre a proposito dei tempi di cottura, i vertici della Ristorò, incalzati dalle domande della delegazione, hanno dovuto ammettere, contrariamente a quanto affermato finora, che la carne viene cucinata almeno un giorno prima della preparazione del pasto (il contratto prevede ‘cottura in giornata’). Le carote, servite per la quarta volta in sette giorni, sono anch’esse surgelate invece dovrebbero essere fresche secondo il contratto e nella pasta solo ieri è stato aggiunto il formaggio, assente fino a mercoledì scorso. Ma dopo aver lesinato sul numero dei bastoncini, si può giocare al risparmio anche sulla spruzzatina di cacio sui maccheroni?
La Ristorò non ha fatto vedere i bustoni che contenevano il merluzzo e quindi non è stato possibile notare gli ingredienti e neppure il marchio della ditta produttrice. La ditta della famiglia Barretta non ha voluto neppure far vedere la vaschetta con il ‘pollo surgelato’ servito martedì scorso, nonostante il contratto fa obbligo di conservarle per 72 ore a disposizione anche dei genitori chiamati a controllare il servizio.