Giovedì 19 Giugno, presso lo spazio culturale LabUS (Laboratorio Uscita di Sicurezza) di Benevento, sito in Piazza Orsini n°1, avrà luogo una retrospettiva dedicata ad Antonello Matarazzo, alla presenza dell’autore. Pittore, video-artista e regista, Matarazzo ha preso parte al movimento medialista teorizzato da Gabriele Perretta, grazie alla sua ricerca volta ad integrare i vari media (fotografia, pittura, video); le sue opere sono state accolte da numerosi festival cinematografici nazionali e internazionali, tra i quali la Mostra Cinematografica di Venezia, il Torino Film Festival, il Festival des Cinémas Différents de Paris, la Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro e il Festival Internacional de Cine de Mar del Plata, nonché nelle edizioni 2009 e 2011 della Biennale Arte di Venezia.
Il programma della serata, che avrà inizio alle ore 20.00, prevede la visione di una summa dei suoi lavori, che spaziano dal documentario al videoclip, comprendendo anche video-installazioni e advertising. Al termine di ogni blocco di proiezioni si terrà un breve dibattito, durante il quale Matarazzo risponderà alle domande del pubblico e parlerà del suo lavoro e della poetica che lo anima.
Saranno inoltre presenti in esposizione alcune sue opere pittoriche.
“Le nuove tecnologie in continua e inarrestabile evoluzione offrono agli artisti un’eccezionale piattaforma creativa attraverso la quale è possibile sperimentare sempre nuovi e più sofisticati linguaggi. Questo ventaglio di infinite opportunità nasconde naturalmente delle insidie. La fascinazione che la tecnologia esercita sull’artista può far sì che il mezzo prenda il sopravvento sull’idea, inducendo in qualche modo a divergere dall’obbiettivo primario di restituire un prodotto che, dissimulando la propria gestazione, s’imponga direttamente come visione nella mente di chi lo guarda. D’altra parte, se da un lato è vero che ogni know-how può rappresentare una forma di “mediazione” o meglio di “distrazione”, intesa come intervallo fuorviante tra l’idea e la propria attuazione, è anche vero che spesso è la tecnologia stessa a fare da musa all’immaginazione. Si concretizza così una sorta di paradosso creativo in cui i cosiddetti artisti digitali, allo stesso modo di un Pollock che rovesciando vasi di colore sulla tela fa sì che la stessa materia-colore da mezzo diventi soggetto dell’opera, finiscono col ghermire la potenza espressiva della tecnologia in un certo senso aggirandola e sottomettendola. […] Mentre la cosiddetta “perdita dell’aura” paventata da Benjamin nell’epoca dell’ormai consolidata riproducibilità tecnica dell’opera d’arte ha consegnato quest’ultima alla fagocitazione di massa, oggi, al cospetto di un futuro quanto mai incerto, sperimentiamo una nuova forma di profanazione in cui è proprio la tecnologia a perdere la propria sacralità.” (A. Matarazzo)
Associazione culturale LabUS
Piazza Orsini 1, Benevento
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