I social sono diventati un po’ come le piazze i bar o i ritrovi di una volta e naturalmente nella giornata di ieri si sono moltiplicati commenti pro e contro la festa dei novanta anni del Benevento calcio con la nota del sindaco Mastella prima e poi in serata quella del presidente Vigorito a cercare di mettere la parola fine su discorsi di dimenticanze, omissioni, errori o altro. Il fatto che sulla storica serata ci siano stati decine di commenti non è inusuale perchè si trattava di un evento atteso e sentito,  e come tale, secondo logica ha fatto discutere nel bene e nel male, trovando unanimità di consensi solo nel fatto che grande protagonista è stato il pubblico e sicuramente questo è l’aspetto più significativo.

Prendendo spunto dalla vicenda della festa che riteniamo ora debba essere archiviata per concentrarsi solo sul calcio giocato ed il derby di Salerno, sono importanti dei chiarimenti anche per stabilire dei punti fermi, approfittando di questa domenica senza calcio ed anche per definire una volta per tutte un aspetto fondamentale. Dire che la festa è stata fantastica non significa essere pro-società o “vigoritiani”, così come riscontrare dimenticanze, amnesie o altro non vuol dire essere contro società o Vigorito. Questo è un aspetto che riguarda anche i giudizi sul mercato, la squadra, le maglie, le prestazioni, l’acqua minerale che viene usata in campo e sciocchezze varie. Devo rilevare che ci sono degli estremismi e modi di pensare assolutamente da abolire e bandire anche perchè il calcio, il Benevento, hanno sempre appassionato noi o chi ci ha preceduto, in quanto ognuno è sempre stato libero di pensare e credere di essere nel giusto o di aver trovato ricette buone o al contrario. Togliere questo significa abortire lo sport più bello del mondo ed il passatempo di tanti, ricordando a me stesso che anche nei regimi politici dittaroriali c’erano i cittadini che ugualmente esprimevano pareri. Del resto non avrebbe senso amare e seguire una squadra per la quale non si possono esprimere giudizi, è come se questa squadra non fosse propria ed è una sensazione che non bisogna mai provare. Tra l’altro credo che la stessa “proprietà” come ha dimostrato nella nota di scuse diffusa ieri sera, sia aperta ai confronti ed accetti critiche costruttive e sappia che anche polemiche o contestazioni non pretestuose fanno parte del gioco. Quindi, lo urlo e lo sottolineo: diamoci una calmata tutti e dico tutti, perchè non esistono guelfi e ghibellini almeno a Benevento e bisogna fare in modo che non ci arrivino… Sarebbe la fine di tutto e dico a tutti di godersi la nuova stagione in B senza terrori o timori o contrapposizioni ma con serenità sia nel parlare bene di Inzaghi o male di pingo pallino.

E rieccoci per l’ultima volta alla festa. Visto che mi sono dilungato sul precedente aspetto che però tenevo a cuore da tempo, cercherò di essere sintetico. Quella di venerdì sera è stata una festa, la prima in piazza per il compleanno giallorosso e come tale va lodata ed elogiata. E’stata voluta ed organizzata da Oreste Vigorito che naturalmente ha le sue idee ed ha pensato di gestire in un certo modo, quindi va assolutamente lodato e ringraziato. Probabilmente le eventuali pecche lamentate anche dal primo cittadino Mastella, da alcuni sindaci di paesi ed alcuni invitati oltre che sportivi sono da addebitare ad una struttura formata indubbiamente da professionisti esemplari e veri lavoratori, che però non hanno una cosiddetta “anima” giallorossa, perchè senza precedenti nel Sannio o non della città, senza nulla voler togliere ai pochi superstiti del sodalizio che appartengono alla provincia. Sì, perchè con un’anima o una memoria storica sicuramente sarebbero arrivate a Vigorito le giuste imbeccate legate a protagonistsi sanniti del passato remoto o recente. Il massimo dirigente non può e non deve pensare a tutto ed anche a determinati particolari. Ma sicuramente questo episodio servirà a crescere ulteriormente e migliorarsi per questo aspetto del quale probabilmente si avverte da sempre l’esigenza. Un trait d’union (che eviterebbe incomprensioni, stabilirebbe contatti e trasferirebbe alla proprietà situazioni, aspettative, sentimenti della stessa  piazza o che avrebbe dato tantissimo materiale per organizzare al meglio la festa), premesso che come ben sanno tutti, le squadre di calcio sono di proprietà privata indubbiamente, ma sono società anomale dove si gestisce per conto della gente, del pubblico e guai se non fosse così, perchè significherebbe che la squadra rappresenterebbe un privato, un singolo e non una città o una provincia. Sicuramente “anime” giallorosse che sarebbe auspicabile inserire o rivalorizzare, farebbero sentire la squadra idealmente di tutti ed avrebbero suggerito a Vigorito che non può conoscere a memoria la storia e che ha sempre voluto fare le cose al meglio, che sul palco sarebbe stato bello chiamare tutti i presidenti insieme anche quelli che hanno lottato per la salvezza o sopravvivenza o avuto torti o fatto gestioni normali o vinto campionati come Pedicini, lo stesso Spatola, Sparandeo, Perugini, tanto per fare dei nomi e tutti presenti, oltre a Cotroneo, Rillo, la figlia di Minocchia signora Rita, le figlie di Bocchino Sabrina e Stefania, di Mazzoni onorevole Erminia. Sì perchè i presidenti sono tutti uguali, quelli della D o della C2 o della C1. Ricordare oltre al grande Ciro Vigorito giallorossi scomparsi di recente e che hanno fatto la storia come Carmelo Imbriani o l’unico atleta del Benevento che ha giocato ai mondiali Komi Tchangai. No non bisognava citare tutti i defunti e poi mettere in risalto qualche personaggio particolare tipo un Allegretti, amato dalla gente, magari suggerito dal marketing e infine cercare di pensare alla festa di piazza con maggiore anticipo.

Buon campionato a tutti, cerchiamo di essere sempre uniti e compatti, più aperti al dialogo tra tutte le componenti mettendoci da qualche parte più cuore che è indispensabile anche per evitare incomprensioni o chiusure, complimenti ai tifosi per le celebrazioni e forza Strega, squadra di tutti, sempre.