palumboL’Unione dei Giuristi Cattolici di Benevento, presieduta da Paolo Palumbo, esprime un giudizio critico in riferimento al testo di legge sul cosiddetto divorzio breve già approvato dalla Camera dei deputati ed in discussione presso il Senato della Repubblica. Diverse, infatti, sono le osservazioni che si impongono su un testo che, dietro la maschera di una semplificazione burocratica delle procedure di scioglimento del matrimonio, nasconde una mens sempre più favorevole ad una banalizzazione del matrimonio e all’esasperazione di una pretesa di libertà fortemente contraddittoria. Non si comprende come, invece di colpire il vero problema, che sono i tempi della giustizia, attraverso una riforma della giustizia civile, si intervenga sul matrimonio, dando corpo ad un testo che snatura l’istituzione matrimoniale così come presentata e disciplinata dalla nostra Costituzione e dal nostro codice civile. Il matrimonio, infatti, non è considerato nel nostro ordinamento un realtà privata, demandata alla insindacabile volontà della coppia, ma piuttosto una realtà pubblica e stabile nel tempo che l’ordinamento costituzionale si impegna a tutelare come fondamento della famiglia (art. 29 Cost.).

Altra conseguenza del testo è la determinazione dell’idea del matrimonio inteso come “prova”, essendo possibile poter celebrare le nozze e poi, in soli sei mesi, decidere di risolvere l’impegno pubblicamente assunto, senza una riflessione seria sulle conseguenze e sui soggetti deboli e maggiormente coinvolti in ogni crisi coniugale: i figli. Proprio la presenza dei figli, che non determina nel testo licenziato alla Camera alcuna differenza, richiederebbe, invece, maggiore cautela, giustizia ed equità. I tempi più lunghi tra la separazione e il divorzio, previsti ad oggi nel nostro ordinamento, se rettamente intesi, svolgono una funzione di aiuto e non vogliono essere una coercizione, ma sono, da parte della società e dello Stato, una possibilità perché le persone coinvolte possano superare l’emotività, le situazioni di conflitto per un tempo di maggiore riflessione e di pausa, in modo da affrontare con maggiore serenità un passo così grave.

La questione vera, ancora una volta non presa in considerazione dal legislatore, è che una coppia che va in crisi molto spesso si trova in un grande isolamento e molte crisi sarebbero sanabili se ci fosse anche un vero approccio sinfonico, cioè di più competenze che si mettono insieme. Ed invece con il nuovo testo di legge anche la semplice possibilità di sanare la crisi, pur consapevoli dei dati non confortanti sul punto, con tempi così stretti è del tutto esclusa. Il testo sul divorzio breve vanifica poi anni di impegno dei consultori familiari – sia quelli laici che quelli di ispirazione cristiana – ma anche degli organismi di mediazione familiare. Il testo forse rende più facile dirsi “addio”, ma certamente non rende più facile la vita sociale, di cui la famiglia resta, nonostante tutto, la cellula fondamentale.