1_BottegaC’è aria di creatività, quella empatica, giovane, emozionale, al chiostro di San Francesco di Benevento. Da ieri sera, infatti, il duecentesco chiostro del convento dei Frati Minori ospita la VI edizione della rassegna indipendente ‘I Concerti della Bottega’, realizzata dall’associazione ‘Art du luthier’ sotto la direzione artistica di Enrico Minicozzi.

L’edizione ‘6 come sei’ ha preso il via con un grande successo di pubblico palesemente rapito dalla magia che sprigionavano le note musicali indiane eseguite da Enrico Falbo e Giulio Cestrone. Stessa emozione partecipata, subito dopo, durante il concerto del ‘Gnut Folk Quartet’. Ciò che ha particolarmente colpito, però, la ben riuscita commistione di musica, intrattenimento gastronomico (a cura del gruppo di acquisto solidale di Benevento) e arte. Gli allestimenti scenici (curati da Fabio Villanacci e Totty Rosa) e il vernissage danno poi alla kermesse quella marcia in più che accoglie e seduce il visitatore al suo incedere nel chiostro. Monumentali e armoniosi i quadri di Emanuele Lemmo; profonde e realistiche le tele di Stefano Donatiello; visionarie e bramose quelli di Agostino Cumbo; artistici e meticolosi allo stesso tempo i disegni di Ferdinando Silvestri.

Nell’intento di dare giusta e meritata attenzione a questi giovani artisti beneventani, proviamo a conoscerli più da vicino:

Ferdinando Silvestri, laureato in Fisica all’Università Federico II di Napoli, ha frequentato la Scuola Italiana di Comix di Napoli, con l’intenzione di dare uno sbocco professionale alla passione per i fumetti, coltivata fin dall’infanzia. Ha conseguito il diploma nel 2011 e nello stesso anno ha iniziato a collaborare con il giornale Terra, disegnando diverse storie a fumetti ispirate a fatti di cronaca.
Nel 2012 ha realizzato, su testi di Nicola Sguera, strisce satiriche a fumetti per il giornale on-line bMagazine. Nel 2013 ha partecipato al progetto ‘Ancora Una’, libro di fumetti e racconti realizzato da autori sanniti sotto l’egida dell’associazione BN.comX. Dal 2014 ha realizzato, per conto dell’associazione Benevento Longobarda e su testi di Leonardo Cantone, i primi due numeri del fumetto storico ‘Spatha Langobardorum’. In seguito ha realizzato, su testi di Michele Assante e sotto la supervisione di Claudio Falco, ha realizzato la storia breve ‘Per il suo bene’ (rivista letteraria Achab).
Le opere esposte nel chiostro possono essere divise in tre gruppi: tavole tratte dal secondo numero del fumetto Spatha Langobardorum (formato A3); illustrazioni per una Storia-gioco presente nel libro Ancora Una (formato A4); studi. Tutte le opere, precise, pulite e ricche di particolari, sono sapientemente realizzate a matita e inchiostro di china.

Altro vanto del panorama artistico beneventano è Stefano Donatiello, pittore, illustratore e grafico timido e sensibile, dotato di indubbie qualità. La sua titolata arte (ha conseguito infatti i diplomi all’Accademia di Belle Arti, all’Istituto Europeo di Design e alla Scuola Italiana di Comix) tocca l’anima con soggetti realistici dai colori caldi, stesi sulla tela con pennellate ampie e fluide. Tenere e giocose le illustrazioni che accompagnano i libri per l’infanzia. Ai ‘Concerti della Bottega’ espone alcune tele di grande formato e piccoli quadri che costituiscono gli studi che precedono le realizzazioni delle tele. La tecnica mista, prevalentemente acrilica, rivela tutta la sua maestria e lunga esperienza nel campo che lo ha portato ad esporre in tutto il territorio italiano e a stringere importanti collaborazioni che toccano anche la più moderna frontiera dell’arte digitale.

Emanuele Lemmo, pittore-tatuatore, espone tele monocromatiche di grande formato che catturano l’attenzione per il piglio moderno e grafico. Di particolare interesse la bella tela riproducente il volto, corrugato e scrutatore, di un uomo di mezza età, realizzata con una pittura fluida che lascia spazio ad abbondanti sgocciolature.

Colori turbolenti e materici pervadono, invece, le tele dell’avvocato-pittore Agostino Cumbo. La sua recente ricerca artistica prende il via da lirismi forti, echi mitici ed ancestrali e così, osservando le sue tele mentre si passeggia su e giù per il chiostro, ti pare di essere pervaso da quelle stesse emozioni che hanno pervaso l’artista nell’atto creativo. Se è vero che l’arte nutre l’anima, dunque, quella del Cumbo artista è nutrita, su una scala in forte ascesa, di richiami alla ‘gens’ sannita fiera e papalina; alla geometria celeste e alla materia, che sia essa frutto o corpo di donna. Le sue tele incuriosiscono il riguardante attento al punto da indurlo a chiedersi perché quel capitello?, perché quel verde? perché quel titolo. La sua tecnica, che sfiora l’inquadratura metafisica, ha ancora da migliorare, ma è sulla giusta strada.

Ricordo che la rassegna ci terrà compagnia sino al prossimo 28 agosto e, dunque, se il motto di questa edizione è quello di spingere a cercare la propria identità attraverso i sentieri della Bellezza, il mio invito è quello di recarsi in questo angolo di Benevento a ricercarla!

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