Mi sono speso in più occasioni per sollecitare una convergenza comune di interessi che consentisse alla voce del nostro territorio di propagarsi in maniera più incisiva. Sono più volte intervenuto a difesa di reparti del Rummo che rischiavano di essere penalizzati, ho sollecitato il mio partito affinché istituisse un tavolo tecnico e politico-istituzionale aperto non solo agli organi più rappresentativi in ambito politico e sanitario, ma anche a tutte le figure d’eccellenza in campo sanitario di città e provincia, ho invitato tutti gli attori interessati e operatori nel campo della Sanità a contribuire in modo costruttivo con proposte finalizzate a dare risposte concrete alla garanzia primaria che è il diritto alla salute. Finalmente quanto da tempo auspicavo si è verificato (forse sarebbe stato meglio che tutto fosse accaduto con diversi mesi di anticipo, magari si sarebbe almeno in parte arrestata l’emorragia di eccellenze e professionalità in campo medico-scientifico) e dunque non posso che esprimere apprezzamento per la ritrovata sintonia tra le varie forze politiche su un tema così delicato come quello della Sanità. Sono sempre stato convinto che le divisioni sui grandi temi non portino a nulla e non facciano il bene di una comunità. Infatti il tema della Salute va trattato obbligatoriamente su un piano collettivo e generale e nessuna fora politica può intestarsi battaglie solitarie per la risoluzione di vertenze che richiedono comunione di intenti. Solo facendo fronte comune si è in grado di rafforzarsi ed erigere barricate nella difesa di un territorio. La notizia che la Regione Campania ha deciso di istituire nel presidio di Sant’Agata dei Goti un Pronto Soccorso in deroga quale zona disagiata, come prevede il d.m. n.70, mi rende soddisfatto. Rivendicando quotidianamente un maggiore coordinamento con la Regione Campania, l’apertura di un dialogo serio e produttivo con le forze politiche del territorio, e proprio per questo, pur valutando come positiva questa soluzione (anche se bisognerà fare in modo che si tratti di un provvedimento definitivo e non provvisorio), adesso mi preme esortare tutti gli interlocutori istituzionali a non perdere di vista l’obiettivo prioritario, e cioè quello di evitare che l’Ospedale San Pio venga declassato a Dea di Primo Livello. Pur consapevole che questo depotenziamento dovrebbe essere escluso dalla creazione del Polo Oncologico di Sant’Agata dei Goti, ritengo che non si possa trascurare la circostanza che i tempi che i tempi per la realizzazione dello stesso saranno oltremodo lunghi. Il Sannio e i suoi rappresentanti politico-istituzionali con il prezioso supporto dei vari comitati spontanei, hanno ottenuto un primo interessante risultato, ma non si può e non si deve abbassare la guardia. Gli sforzi di tutti ora devono essere proiettati verso la conservazione per l’Azienda Ospedaliera “San Pio” della sigla di secondo livello: una prerogativa fondamentale per la tutela dei presidi periferici e non solo. E’ pur vero che sul piano degli atti programmatici si è andati anche un po’ oltre, ma è altrettanto pacifico che la politica, quando è mossa dal senso di responsabilità e dalla convinzione di agire nell’interesse della collettività, è in grado di rivisitare certi processi adeguandoli al meglio alle esigenze di ciascun territorio. Ritengo infine che in questa battaglia battaglia collettiva sul tema della sanità locale sia di fondamentale importanza reclamare a gran voce l’avvicendamento di quelle figure professionali di spicco andate via in un breve lasso temporale, affinché il “San Pio” conservi standard prestazionali elevati nei singoli reparti, individuando altrettante risorse di primo piano, attingendo sia dall’esterno che dall’interno, tra quelli più meritevoli comprendendo eventualmente pure giovani di prospettiva. Assicurare al nosocomio quel livello qualitativo nell’erogazione dei servizi assistenziali che è stato sempre motivo di vanto per il territorio e garanzia di sicurezza per l’utenza, è difatti un dovere morale e istituzionale al quale nessuno si può sottrarre. Men che meno chi amministra e dirige processi di sviluppo.
Francesco de Pierro (Capogruppo Partito Democratico).