Domenica 19 ottobre è venuto a mancare in Roma, dove da tempo viveva ed operava, l’artista Nunzio Bibbò. Lo sculture è noto negli ambienti culturali locali e nazionali per la sua produzione di opere significative che richiamano, con eccezionale forza, la condizione umana. La salma giungerà nella sua terra natale, a Castelvetere in Val Fortore, domani e, sempre qui, nel primo pomeriggio si terrà il rito funebre.
Nunzio Bibbò nasce fra i contadini e i terracottai dell’ Alto Sannio, a Castelvetere, il 23 marzo 1946. Con gli artigiani inizia a manipolare l’argilla sin da bambino. Nel 1961 s’iscrive ai corsi superiori di scultura dell’antica scuola di Posillipo. Per tutto il corso degli anni Sessanta, Napoli diventa la sua città: vi studia e la scopre nei suoi aspetti più tradizionali e popolari. Gli studi dei suoi insegnanti di scultura Tomai e Dell’Erma, divengono presto per Bibbò la sede dove scoprire l’essenza del lavoro e della vita da artista. Nel 1964 si iscrive all’Accademia dove incontra l’insegnamento di Emilio Greco, Mazzacurati, Umberto Mastroianni e di Augusto Perez. Inizia a sperimentare il lavoro su svariati materiali come l’argilla, la cera ed il bronzo, producendo opere di medie dimensioni. Trae la sua ispirazione dal Sud, dal profondo Mediterraneo che conosce e ama; i suoi soggetti preferiti sono amanti, coppie, assemblee, miti, paesaggi e guerrieri, che sembrano tutti appartenere ad una dimensione mitica e metatemporale. Comincia ad esporre a Napoli e in altre città del Sud e, contemporaneamente, inizia ad insegnare a Benevento. Nel 1972 riceve l’incarico di insegnante a Brera, dove accetta di restare per un solo anno e, già nel 1973, infatti, si trasferisce a Roma. La Città Eterna diviene presto la sua nuova fucina dalla quale riceve importanti sollecitazioni e suggestioni che arricchiranno la sua arte. Nel 1975 è presente alla decima Quadriennale; l’anno successivo l’Università di Cincinnati gli dedica una personale e, contestualmente, inizia ad estendere la sua attività creativa anche all’arte incisoria. Nel 1980 il Museo d’arte di Sofia organizza una sua importante personale e gli dedica una sala permanente. La sua carriera dunque, da questo momento in poi, è in rapida ascesa ed è costellata di grandi successi sia nazionali che internazionali. Fra le diverse opere monumentali create da Bibbò, ricordiamo sicuramente la porta realizzata per la Cattedrale di Reggio Calabria. Quest’opera, tra le più complesse del Maestro, fu terminata nel 1988 e si dipana sui temi della vita di San Paolo. Dal 2000 l’artista sperimenta una nuova dimensione della scultura, realizzando un ciclo di opere che elabora con catrami, metalli di recupero e l’intervento del colore.