“Migliaia di morti in ogni città, ma voi pensate alla ripresa della serie A”: questo lo striscione della tifoseria organizzata del Toro comparso al Filadelfia. La scritta all’ingresso principale del quartier generale granata, quello su via Filadelfia. “Il vero virus da debellare siete voi che volete tornare a giocare”, si legge su un altro striscione. Gli ultras granata dunque si schierano così contro la ripresa del campionato: nei giorni scorsi anche quelli del Lecce avevano inscenato una simile contestazione, in un dibattito molto acceso tra le tifoserie favorevoli alla ripresa e quelli che la contestano apertamente. Il cartello contrario al ritorno in campo delle squadre è formato dalle tifoserie organizzate di Atalanta e Brescia in primis, poi Genoa, Napoli, Spal e Roma, si è mosso in ordine sparso, ma sempre con lo stesso messaggio, ben sintetizzato dalla Nord del Genoa: «Voi presidenti siete asserviti alle tv — si legge nella nota di fine aprile —. Si prospetta l’utilizzo di strumenti come i tamponi per calciatori e addetti ai lavori, per poi non garantirli a tutti i cittadini. È inaccettabile. Non esiste il minimo rispetto. Che cosa pensate possa essere il football senza gente? I giocatori quando segneranno penseranno di esultare verso gli spalti vuoti? Ci vuole dignità!». Nonostante gli ultrà di diverse squadre si siano distinti per svariate iniziative di volontariato e beneficenza sul territorio e nonostante la maggior parte degli appelli scaturisca da un dolore forte e sincero, è lecito vedere degli interessi di parte in questo atteggiamento? Quelli legati a questioni di classifica sembrano secondari, rispetto a quelli di controllo del territorio e dello stadio, fonte di reddito per diversi gruppi: non basterà la moda delle mascherine griffate con i colori delle squadre per compensare le perdite in un calcio senza pubblico e senza biglietti.
Ma c’è anche il fronte opposto, quello ostile allo stop ad oltranza. E preoccupa il Viminale per le sue innervature politiche: «Evidenze investigative attestano lo studio, da parte di alcune tifoserie, di iniziative di contestazione, anche di piazza, nel caso di prosieguo del blocco dei campionati». È quanto si legge nel report dell’«Organismo di monitoraggio delle infiltrazioni criminali nell’ambito dell’emergenza Covid». Anche per questo rischio «le risorse impiegate devono essere se possibile rafforzate: il tempo che passa aumenta le possibilità che questo tipo di propaganda e proselitismo in qualche modo abbia un seguito».