prosciutto_cottoForse solo pochi sanno che in questi giorni, il Ministero dello Sviluppo Economico sta lavorando ad una bozza di decreto che, se approvata, permetterà l’introduzione dell’uso di carni diverse dalla suina per produrre il prosciutto cotto. L’attuale normativa, invece, impone l’obbligo d’impiego della sola coscia di maiale.

Stando a quanto divulgato dal Dipartimento Comunicazione Codici, Centro per i Diritti del Cittadino, sempre accorto a vigilare sui diritti dei consumatori, infatti, il testo della bozza è al vaglio del ministero delle Politiche Agricole e Alimentari e pare che quest’ultimo, per ora, non abbia espresso alcun parere contro questa innovazione.

E’ bene riflettere però sul fatto che, se il decreto ministeriale fosse approvato così com’è, i consumatori troverebbero al supermercato, oltre al prosciutto cotto vero, anche quello fasullo, prodotto con qualsiasi altro tipo di carne. Sarebbe quindi questo un vero e proprio inganno per il consumatore. In questa faccenda il solo che sembra puntare il dito sulla bozza e sulle eventuali ripercussioni del cambiamento è Giacomelli, Segretario Nazionale dell’Associazione dei consumatori ‘Codici’. Costui, infatti, sottolinea che il nodo più importante resta sempre quello relativo alla tracciabilità dei prodotti. Come noto, infatti, alcuni salumi sono prodotti solo in Italia con determinati disciplinari e rappresentano la tipicità del nostro Paese. In futuro, in base al decreto ora al vaglio potremmo trovare, invece, sui banchi della grande distribuzione anche dei salumi prodotti con carni prive di tracciabilità riguardo l’origine e la modalità produzione, discriminando le nostre produzioni sul versante della sicurezza alimentare. Tutto questo sembra ancora più assurdo se consideriamo, invece, il fatto che tutte le Regioni italiane, e anche il nostro Sannio, si stanno dando un gran da fare per rilanciare, tutelare e far conoscere le proprie eccellenze in campo alimentare.

A quanto pare, la sezione di Confindustria che riunisce i produttori di salumi, sostiene che l’etichettatura fornirà una adeguata informazione dei nuovi prodotti, dichiarando prosciutto cotto suino e prosciutto cotto di tacchino non suino. Ciò, però, non garantirà trasparenza ai consumatori poiché i salumi sono esclusi dall’indicazione obbligatoria dell’origine della materia prima.

Il fantasma che aleggia dietro una tale manovra è che essa sia stata studiata a favore della grande industria alimentare a netto discapito delle realtà produttive italiane più piccole ed artigiane che, invece, impiegano risorse per mantenere alta la qualità ed il rispetto della tradizione.

Concludiamo questa riflessione con l’informazione che dal 31 ottobre, sul sito dell’Associazione – www.codici.org – partirà il progetto ‘Mangia sano mangia Made In’ che ha l’obiettivo di promuovere tutte le aziende che credono nella certificazione e nel rapporto di fiducia con il consumatore.