L’annunciato passo indietro della Commissione europea circa la proposta di liberalizzazione dei nomi dei vitigni fuori dai luoghi di produzione costituisce un elemento di particolare rilevanza anche per il Sannio, dove, il settore vitivinicolo costituisce una leva strategica e da solo esprime quasi il 50 percento della superficie vitata dell’intera Regione Campania.
Nel 2015, in provincia di Benevento, per quanto riguarda le Dop ‘Aglianico del Taburno DOCG’, ‘Falanghina del Sannio’ e ‘Sannio’ sono state prodotte complessivamente circa 11 milioni di bottiglie.
Valgono almeno 3 miliardi i vini Made in Italy identificati da denominazioni che rischiavano di essere scippate all’Italia se fosse stato consentito anche ai vini stranieri di riportare in etichetta nomi quali Aglianico, Fiano, Greco, Falanghina, solo per fare alcuni esempi.
Era stata la Coldiretti a lanciare l’allarme sull’avvio del processo di revisione delle norme che disciplinano l’etichettatura dei vini previste dal regolamento CE n. 607/2009, da parte dell’Unione europea. La proposta di liberalizzazione avrebbe, in pratica, consentito l’uso di denominazioni senza un riferimento geografico ma con solo il nome del vitigno, senza curarsi del fatto che la storia e la tradizione le abbiano legate ad un determinato territorio.
“Se quanto annunciato da Paolo De Castro, coordinatore per il gruppo S&d della commissione agricoltura dell’Europarlamento sarà confermato – afferma il vice presidente nazionale di Coldiretti Gennaro Masiello – verrebbe sventato il rischio di una pericolosa banalizzazione di alcune tra le più note denominazioni nazionali che si sono affermate sui mercati nazionale ed estero grazie al lavoro dei vitivinicoltori italiani. Il futuro dell’agricoltura italiana ed europea dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione”.