Amare considerazioni di un freddo primo Aprile in cui vige ancora lo scherzo del pesciolino messo ad arte in cui si paventava l’annullamento dei campionati. Purtroppo il calcio inteso come sport non c’è più. Lo sport “puro” è sicuramente il rugby, nel quale la lealtà ed il rispetto per l’avversario viene forse ancor prima del risultato, sport nel quale vige il “terzo tempo” in cui i giocatori in campo si ritrovano spesso tutti insieme appassionatamente a fine partite. E come il rugby anche altre discipline minori sono rimasti alla regola meritocratica di far prevalere il verdetto del campo ad interessi di parte. Nel calcio no. Abbiamo ormai Società quotate in borsa, in cui fioccano cifre a 7/8 zeri, si combatte per accaparrarsi atro denaro fra diritti televisivi, pubblicità, marketing. Si costruisce un giocatore in casa più con la speranza che esploda per venderlo al miglior offerente piuttosto che farne un baluardo (pochi esempi che fanno eccezione sono stati Totti, Del Piero, Maldini). In una situazione del genere è ovvio che il Dio denaro faccia perdere la faccia e la dignità ed ognuno badi al proprio tornaconto. Sarebbe bello tornare alla purezza ed all’ obiettività nel calcio. Sarebbe bello vedere il Presidente del Brescia o del Livorno dichiarare ” se anche il campionato finisse qui, accettiamo con tranquillità la retrocessione perché abbiamo fatto schifo ed i risultati del campo parlano chiaro.” Sarebbe bello ascoltare il parere disinteressato di addetti ai lavori , calciatori e tifoserie avversarie in cui si riconosca il valore di un avversario ed il diritto dello stesso a non vedere i propri sforzi andare in fumo per vili interessi personali. Seeeeee, utopistico. Ci sono già tifoserie che ci punzecchiano sui social perché esultano e tifano per un annullamento del torneo, solo per il gusto di poterci prendere in giro. Sarebbe bello che alcuni soggetti non si fermassero ai titoloni di una dichiarazione resa da un mister, ma in virtù di una presunta amicizia, analizzassero appieno il concetto che il mister in questione voleva esprimere. Forse l’ignorante a quel punto non sarebbe il Pippo di turno cosi etichettato, ma l’autore stesso della frase infelice buttata lì quasi per caso , per accaparrarsi il quarto ‘ora di notorietà, prima di tornare nel dimenticatoio (Albertini chi?). E’ proprio vero che i detti dei nostri nonni sono sempre contemporanei e nascondono delle verità. Il mio soleva ripetere che ” U pesce fet’ da capa” . Se certi personaggi che hanno purtroppo voce in capitolo dessero il buon esempio, forse piano piano si potrebbe auspicare ciò che diceva Rocky Balboa in un famoso film “se io posso cambiare e voi potete cambiare, tutto il mondo può cambiare……”
Ma questa è un’altra storia, un altro mondo che difficilmente sarà realtà nell’immediato.
Nell’attesa….speriamo tutti che al pesce d’aprile di un annullamento del campionato si sostituisca una gioiosa estate di festeggiamenti. Significherà che la meritocrazia sportiva avrà fatto il suo corso ed il virus sarà solo un brutto ricordo.
Daniele Piro/Scugnizzo 69