Se Giacomo Leopardi non si fosse allontanato da Recanati sarebbe certamente stato l’amministratore di un patrimonio immenso: è quanto riesce a dimostrare l’archeologo e scrittore Francesco Paolo Maulucci in un saggio edito da Delta 3, frutto di una ricerca “matta e disperata”, per la quale ha chiesto ed ottenuto la collaborazione del figlio Antonio e della moglie Ida Carbone.
Dunque, “Giacomo Leopardi mancato erede”, per dirla col titolo del libro che l’associazione ISIDEA, col patrocinio della Provincia, presenterà venerdì 8 Aprile 2016, dalle ore 17:30, presso l’Auditorium del Museo del Sannio, alla presenza dell’Autore.
Maulucci, in questo prezioso volu’e, “interroga” almeno sessanta notai marchigiani e ricostruisce, tassello su tassello, le vicende economiche e le operazioni finanziarie di Monaldo Leopardi ed Adelaide Antici, genitori tacciati frettolosamente e rispettivamente di prodigalità e avarizia.
Dopo le ricerche in presa diretta sui resti dell’antica Pompei e sulla Daunia, confluite in oltre quaranta pubblicazioni, Francesco Paolo Maulucci, diversamente archeologo, “scava” nella vita giornaliera di Palazzo Leopardi e ci aiuta a salire e scendere le scale di circa cinquanta casali di campagna, dalle cui finestre, almeno da quelle della tenuta di San Leopardo, Giacomo dovette spaziare con lo sguardo, come fece dal colle dell’Infinito; ci induce a commuoverci, con il testamento di Monaldo sulla sorte dei suoi figli, morti quasi tutti in giovanissima età.