Guardia-di-Finanza[1]Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Caserta, al termine di una complessa ed articolata attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, ha dato esecuzione, oggi, ad un’ordinanza di sequestro preventivo emessa nei confronti del socio unico e del rappresentante legale della Gosaf Srl, società di riscossione con sede nella provincia sannita.

Dalla minuziosa ed attenta analisi degli incassi e dei versamenti effettuati dalla società per conto di alcuni comuni della provincia di Caserta, in particolare Arienzo, Francolise, Pietravairano e San Marcellino è, infatti, emerso che gli amministratori della Gosaf si sono indebitamente appropriati di una consistente parte delle somme riscosse, pari a 800.000,00 euro ed, inoltre, avevano ritardato, ben oltre i termini previsti per legge, il versamento di oltre 600.000,00 euro all’ente titolare delle stesse somme. In particolare negli anni 2010,2011 e 2012, la società ha svolto il servizio di riscossione dei tributi locali relativi alla Tarsu e alla Tia per conto dei predetti comuni casertani sulla base della stipula di apposite convenzioni. L’ente destinatario di tali tributi è la Provincia, come previsto dalla normativa regionale di settore, che, inoltre, obbliga gli incaricati della riscossione a trasferire, entro e non oltre 20 giorni dall’incasso, gli importi riscossi su un conto, specificatamente dedicato, intestato alla predetta amministrazione.

In realtà, dagli accertamenti svolti, è stato rilevato che, per le operazioni di riversamento all’Ente titolare delle somme riscosse, sono stati utilizzati conti correnti diversi da quelli serventi alla riscossione dei citati tributi. In tal modo, come sottolineato dallo stesso Gip, l’amministratore ed il procuratore della società hanno potuto utilizzare impropriamente le somme riscosse tramite il loro versamento su conti correnti svincolati da qualsiasi controllo da parte degli enti creditori ovvero i comuni titolari dei ruoli.

Per tali condotte, gli stessi soggetti sono indagati per il reato di peculato essendosi indebitamente appropriati di quasi un milione e mezzo di euro.

Conseguentemente, è stato disposto il sequestro preventivo delle somme sottratte, circa 800.000,00euro costituenti il profitto del reato, al fine di restituirle agli enti proprietari affinché diano loro la destinazione propria.