Il Ministero della Salute ha disposto la revoca delle autorizzazioni all’immissione in commercio e modifica delle condizioni d’impiego di alcuni prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva Glifosate a partire dalle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie e dal divieto d’uso in campagna in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”.
E’ quanto afferma la Coldiretti che nel rendere noti i contenuto del decreto del Ministero della Salute in vigore dal 22 agosto sottolinea la “necessità che le misure precauzionali riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analogo come il grano proveniente dal Canada dove viene fatta un uso intensivo di glifosate proprio nella fase di preraccolta”.
Il Decreto ministeriale prevede anche – continua la Coldiretti – l’inserimento nella sezione delle prescrizioni supplementari dell’etichetta in caso di impieghi non agricoli, della seguente frase: “divieto, ai fini della protezione delle acque sotterranee, dell’uso non agricolo su: suoli contenenti una percentuale di sabbia superiore all’80%; aree vulnerabili e zone di rispetto, di cui all’art.93, comma 1 e all’art.94, comma 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152”. Infine, il Decreto ministeriale ordina la revoca, sempre dal 22 agosto 2016, della “autorizzazione all’immissione in commercio ed impiego dei prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosate ed il coformulante ammina di sego polietossilata.
Soddisfazione è stata espressa dal presidente di Coldiretti Campania Gennarino Masiello e dal direttore regionale Salvatore Loffreda. Questo primo forte provvedimento – commenta la Coldiretti regionale – comincia a fare chiarezza su una sostanza che impiegata ampiamente e su cui gli interrogativi restano aperti. Un primo segnale che ci consente di accendere i riflettori sulla qualità dei cereali che finiscono sulle nostre tavole. Pane e pasta sono spesso lavorati con farine che provengono da paesi dove non vigono i divieti che l’Europa e l’Italia hanno adottato. La qualità, la tracciabilità e la trasparenza nella etichettatura sono le uniche garanzie per il consumatore e la vera barriera difensiva per la nostra agricoltura e per il made in Italy.
“Con questa scelta l’Italia si conferma all’avanguardia in Europa e nel mondo nelle politiche rivolte alla sicurezza alimentare ed ambientale ma non siamo all’altezza nella difesa dei cittadini se non verranno bloccate le importazioni dai Paesi che continuano ad utilizzare il glifosate in preraccolta” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’’agricoltura italiana è la più green d’Europa con il divieto all’utilizzo degli ogm e il maggior numero di aziende biologiche, ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 14 volte quella dei prodotti extracomunitari (5,7%)”.