cacciaUn film proiettato due volte in sei giorni, con scene invertite e risultato identico. Cambiano i volti, le espressioni, il contesto, ma non la gioia del popolo giallorosso.

Fabio Ceravolo a Terni aveva alzato le braccia al cielo dopo aver gonfiato la rete alle spalle di Di Gennaro. Un segno di rispetto verso i suoi ex tifosi ed un territorio, quello umbro, che in questo periodo sta vivendo momenti tutt’altro che semplici. Con il Cittadella, a dieci minuti esatti dallo scoccare del novantesimo, non avrebbe mai potuto trattenersi. La fuga indisturbata verso la Sud, lo stadio intero che spinge la sua corsa, che invoca un tocco a superare Alfonso in uscita. E quando quel tocco arriva, quella palla supera la linea bianca, l’urlo liberatorio è inevitabile e sacrosanto. Due gol, sei punti. A un attaccante si potranno anche chiedere doppiette e triplette a raffica, ma nulla è paragonabile alla sicurezza che prima o poi la partita la deciderà.

A Terni è accaduto prima, col Cittadella dopo, e poco importa se le statistiche parlano di un attacco anemico rispetto alle altre componenti del lotto play off. In casa i sanniti hanno segnato soltanto otto reti raccogliendo però 17 punti. La Spal, per intenderci, al Mazza ne ha segnate addirittura 18 mettendo però in cascina un punto in meno dei giallorossi. Ecco perché Baroni sorride davanti ai numeri ostentando una certa serenità: “E’ vero, dobbiamo essere ancora più concreti, ma esistono anche dati che ci danno ragione e che ci fanno capire che la strada è quella giusta”, ha dichiarato l’allenatore toscano a margine della sfida con i veneti. E ha ragione, perché i report parlano di un Benevento secondo in classifica per possesso palla, tiri nello specchio e passaggi riusciti, oltre che quarto nelle palle giocate e nelle percentuali di pericolosità, graduatorie dominate da un Verona che al di là dei quattro ceffoni subiti dal Novara resta di un altro pianeta.

E’ grazie a queste cifre e al carisma di qualche singolo integratosi perfettamente nei meccanismi di squadra che il Benevento è riuscito a rialzare la testa dopo un periodo di appannamento. Contro il Brescia la Strega andrà a caccia della quarta vittoria consecutiva, striscia di risultati che in B rappresenta una vera anomalia. Basti pensare che il Frosinone, due stagioni fa, fu promosso in A senza mai realizzarla. L’obiettivo, nonostante i tanti complimenti, per i giallorossi resta la salvezza; un traguardo che in queste ultime tre settimane pare sempre più vicino, complice una solidità difensiva da grandissima squadra. Tanto, specie negli ultimi dieci minuti di Terni e del Vigorito contro il Cittadella, è da attribuire ad una retroguardia sempre attenta e ad un portiere intramontabile come Gori. Una leggenda alla quale, in questo numero, dedichiamo una pagina speciale. Perché nel calcio c’è bisogno di testa, talento e intuizione, ma è con gli uomini veri che si raggiungono le mete più ambite.

 

Francesco Carluccio per CorriereSannita

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