IMG_1498Come di consueto anche quest’anno si terranno i test Invalsi sui quali, da tempo, si è catalizzato il no secco degli studenti. Ad intervenire sulla questione è stato il Collettivo Autonomo Studentesco che spiega, “Spacciati per anonimi, hanno il compito di valutare il rendimento dei diversi istituti del paese. Sotto la maschera di banali prove valutative, si cela in realtà emblema del disfacimento e dello smembramento dell’istituzione scolastica italiana: la volontà di diffondere un sapere nozionistico e unilaterale ai danni di un sapere critico ed eclettico. In altre parole, gli studenti non vengono stimolati affinché elaborino soluzioni creative e alternative sviluppando simultaneamente le proprie specificità e soggettività, ma vengono indotti ad eseguire metodicamente l’applicazione delle nozioni che si apprendono tra i banchi di scuola”. Per il collettivo studentesco, “Il progetto di smantellamento delle individualità si mostra soprattutto nel fatto che i test Invalsi non tengano conto delle diversità dei singoli istituti. Altra bugia è l’anonimato: di fatto ad ogni codice a barre corrisponde un determinato alunno, di una determinata scuola, codice a barre facilmente rintracciabile da parte dei professori che molto spesso usano i test Invalsi come ricatto. Nulla di nuovo, se non fosse per l’approvazione della Legge 107 che, unitamente alle otto deleghe, vede i test Invalsi uno strumento non solo di maggiore controllo e depauperamento dell’istituzione scolastica, ma anche un mezzo di repressione. Tra i punti salienti delle otto deleghe si può riscontrare la dannosità del sistema scolastico oggi pensato, nello specifico una delle suddette deleghe impone l’obbligo dello svolgimento delle ore previste di alternanza scuola-lavoro e dello svolgimento dei test Invalsi per l’ammissione all’esame di stato. Sembra evidente che quanto detto sopra ha la specifica funzione di imporre un sistema di dirottamento dei fondi scolastici e far fronte al sempre più imponente boicottaggio delle prove Invalsi da parte degli studenti e dei docenti, il quale l’anno scorso ha raggiunto la totalità in numerose città italiane e anche a Benevento”. Per gli studenti inoltre, “La risposta del MIUR è stata la grave e immediata punizione che ha etichettato gli istituti che hanno registrato un dato elevato di boicottaggio con ‘0’ limitando la possibilità di questi di accedere ai fondi e progetti; questo si chiama ricatto”.

Dal Collettivo Autonomo il lancio della data del 9 maggio con un presidio di protesta in piazza Risorgimento a Benevento.