Nella tarda mattinata di oggi si è svolta, presso la sede della Federazione Provinciale del Pd di Benevento, la conferenza stampa tenuta dal Sottosegretario di Stato alle Infrastrutture e Trasporti, Del Basso De Caro, circa la straordinaria notizia dell’arrivo di cospicui finanziamenti per l’ammodernamento infrastrutturale nel Sannio.
Il punto di partenza di tali finanziamenti è il decreto ‘Sblocca Italia’ che, come spiega l’onorevole, è un omnibus in quanto moltissimi sono gli argomenti trattati nel decreto, argomenti che vanno dalla riforma della giustizia a quella della scuola. Ebbene, tre articoli dei cinquanta del decreto riguardano le infrastrutture e, pertanto, anche il nostro Sannio. Attraverso questi tre articoli, spiega De Caro, “Si è cercato di mettere in linea di tipo virtuoso quelle opere strategiche ed essenziali per il territorio che devono essere appaltate e cantierate entro termini certi. Il primo articolo del Decreto Infrastrutture riguarda la Napoli-Bari e la Catania-Messina-Palermo, due linee ferroviarie di alta velocità e capacità. Di nostro interesse è ovviamente la Napoli-Bari, il cui ripristino costerà 7 miliardi e 112 milioni di euro. Il commissario delegato all’attuazione dell’opera è lo stesso soggetto attuatore, ovvero Ferrovie dello Stato. I tempi di apertura del cantiere sono certi in quanto indicati per legge”. Entro il 31 dicembre 2015, infatti, tali cantieri dovranno essere aperti onde evitare la perdita degli stessi finanziamenti, come già accaduto in passato. In particolare, la tratta sannitica, che inizia a Cantinelle frazione di sant’Agata de’ Goti, è un’opera che vale 1 miliardo e mezzo di euro e, anche in questo caso, “Le procedure e i tempi sono definiti per legge come anche le conferenze di servizi e gli atti di dissenso degli enti locali. Tutto sarà in testa al Commissario che si avvarrà della collaborazione di rappresentanze locali e nazionali. Certamente nella cabina di regia ci sarà un rappresentante di Invitalia”.
L’altra opera cui si potrà metter mano grazie ai finanziamenti è la Fortorina per la quale vengono stanziati 65 milioni di euro e i termini di cantierabilità sono fissati al 31 agosto 2015. A tal proposito, il sottosegretario, tiene a precisare che tale opera non serve a catalizzare il traffico in provincia di Benevento, come spesso erroneamente considerato, bensì serve a collegare Campania, Molise e Puglia. “E’ una strada che non serve al Fortore – commenta De Caro – ma a tutto il Sannio per arrivare da Benevento in Molise”.
La terza opera, quella più attesa, prevista dal decreto è il raddoppio della Telesina, strada che da Benevento conduce allo svincolo autostradale di Caianello. A tal proposito, l’onorevole rivela – è il caso di dirlo perché pochi ne sono a conoscenza – che l’opera è commissariata. Un’ordinanza, emanata dal Governo Letta il 14 gennaio 2014, infatti, ne nominava l’ing. Roberto Viviani commissario governativo in quanto l’infrastruttura era stata finanziata con 90 milioni di euro, ma non avviata a causa di disguidi circa la dichiarazione di appartenenza. A questo proposito Del Basso De Caro dice che, nel pre CIPE del 25 giugno 2014, si è discusso dell’obiezione del Governo circa i finanziamenti non utilizzati. “Che fare dunque – continua il conferente – definanziare? Il ‘casus belli’ è stato creato dalla Regione Campania che, con delibera n. 200 del 5 giugno 2014, ha dichiarato che nella Benevento-Telese-Caianello non vi era obbligazione giuridicamente vincolante e quindi i 90 milioni potevano essere definanziati. A questo punto, grazie al mio attivismo, dopo molti colloqui con l’Assessore Vetrella ed il Presidente Caldoro, si è giunti ad una rettifica della delibera regionale e all’inserimento dell’infrastruttura nel fondo 2007/2013”. Oggi, per tale opera, vengono stanziati dal decreto ‘Sblocca Sannio’ ben 490 milioni di euro.
Soprattutto su tale ambito c’è stata, nei giorni scorsi, una vera e propria gara ad attribuirsi i meriti di tali finanziamenti provvidenziali per il Sannio. De Caro, in conclusione di conferenza, ha definito questo atteggiamento come “Un esercizio di provincialismo soprattutto se adottato quando non se ne ha diritto”.