1Si è tenuta questa mattina, presenti le Autorità civili, religiose e militari, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine e della Protezione Civile, le Associazioni Combattentistiche e d’Arma volontari, scolaresche e cittadini, la manifestazione celebrativa della Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Dopo la Santa Messa, celebrata nella chiesa di Santa Sofia, in suffragio dei Caduti della Grande Guerra, di cui quest’anno ricorre il Centenario, il Presidente della Provincia, Claudio Ricci, ha preso parte alla solenne Commemorazione svoltasi dinanzi al Monumento ai Caduti di piazza IV Novembre a Benevento.

Ricci, dopo aver salutato il Prefetto, tutte le Autorità ed i cittadini presenti e dopo aver onorato le Forze Armate italiane impegnate in missioni di pace nel mondo, ha reso omaggio ai Caduti della Prima Guerra Mondiale.
“I Caduti in guerra erano ragazzi giovanissimi, padri di famiglia, gente umile, contadini ed operai che giunsero a sacrificare la propria vita per l’Italia nel fango, nella neve e nel dolore delle trincee del Carso – ha detto il Presidente durante la sua allocuzione. Da quel terribile massacro nacque il fiore di una vera Unità nazionale, bene supremo dell’Italia. Nell’attuale difficilissima congiuntura socio-economica i nostri giovani vivono un pesantissimo disagio ma, in ricordo dei giovani caduti, questa loro condizione – ha concluso Ricci – impone a noi amministratori pubblici un impegno ancora maggiore ed una più grande dedizione al dovere”.

In occasione della cerimonia, anche il sindaco di Benevento ha pronunciato la sua accorata allocuzione. “In premessa alle solenni Celebrazioni odierne, sono orgoglioso – ha detto Fausto Pepe – di poter rivolgere il saluto dell’intera comunità, a nome della Città di Benevento oltre al mio personale a tutte le Autorità Civili, Militari e Religiose presenti. Un saluto particolare va poi al nuovo Presidente della Provincia, a lui anche gli auguri per l’arduo compito a cui è stato chiamato. Un doveroso e rispettoso omaggio, inoltre, lo rivolgo a tutti i cittadini presenti, che contribuiscono, con la propria vicinanza, ad impreziosire il doveroso tributo che oggi siamo chiamati a rappresentare. La Festa dell’Unità Nazionale, giornata contemporaneamente ascritta alle nostre gloriose Forze Armate, rappresenta un’occasione unica, innanzitutto per ringraziare tutti gli uomini e le donne in divisa che quotidianamente garantiscono con il proprio impegno la serena e pacifica coesistenza tra le tante istanze presenti in realtà sempre più complesse ed articolate. Un ringraziamento che va, senza alcuna distinzione, a tutti gli operatori cui lo Stato devolve l’insidioso compito della tutela dell’ordine e della realizzazione compiuta della Giustizia. Uomini e donne che prima di ogni altra cosa, assolvono ai propri doveri di lavoratori, e che come lavoratori affrontano le difficoltà di questi tempi. Alle donne e agli uomini in divisa, figli di Benevento e del Sannio, impegnati su questo territorio come in ogni altro angolo del mondo, per portare Pace, garantire l’ordine, fermare i soprusi e assicurare che anche i più forti rispettino le regole, rivolgo l’orgoglioso saluto del Comune Capoluogo. Duplice è l’impegno per i rappresentanti delle nostre Forze Armate, impegnati sia nelle vesti di tutori dell’ordine, per assicurare la completa attuazione del principio di legalità, sia come padri e madri di famiglia, che ogni giorno sono impegnati nell’affrontare le insidie crescenti di una congiuntura economica non più etichettabile semplicemente come crisi. Credo che anche attraverso l’impegno delle nostre forze armate, sarà possibile contrastare la crescente disaffezione che investe i simboli dell’Unità Nazionale. Assolve egregiamente a tale compito il Capo dello Stato che, anche in occasione delle celebrazioni odierne, ha fatto risuonare alto e chiaro il sentimento di devozione che gli italiani vivono verso le proprie Forze Armate. Oggi più che mai, l’Unità Nazionale, che proprio qui siamo chiamati a celebrare, viene svilita quando si offre la percezione di uno Stato che è pronto a contrapporre lavoratori ad altri lavoratori. La storia ci racconta che sulle trincee della Grande Guerra, qui oggi celebrata, non si definirono solo i confini dell’Italia, ma contemporaneamente anche il popolo italiano. Quei soldati che un secolo fa arrivavano al fronte nemmeno conoscevano una lingua comune, eppure riuscirono a gettare le basi per il futuro glorioso che ci ha poi regalato la storia. Oggi, che paradossalmente quei confini hanno perso il loro valore simbolico grazie all’unione europea, ritornano ad affacciarsi gli stessi spettri. Esattamente come allora, nelle regioni del Sud l’emigrazione diventa regola insieme alla povertà dilagante e il numero dei nuovi nati ritorna inferiore a quello dei decessi. Anche se può sembrare, non è un bollettino della Grande Guerra, bensì l’ultimo rapporto dello Svimez. Di fronte a cifre che raccontano di fatti tanto significativi da rimettere in discussione vincoli, legami e simboli, non resta che riscoprire un nuovo linguaggio comune; un codice innanzitutto utile a superare i particolarismi e le false contrapposizioni sociali. Ho l’onore – conclude il sindaco – di essere per la nona volta al cospetto del picchetto d’onore allestito per i festeggiamenti del IV Novembre; ho rinsaldato in questi anni la convinzione assoluta nel valore dell’Unità e la fiducia che meritano le nostre Forze Armate, anche nel perdurare delle difficoltà contingenti”.

Nel corso della sobria ed austera manifestazione, il Prefetto Galeone, ha letto il messaggio del Capo dello Stato, mentre il colonnello Vasaturo, comandante provinciale dei Carabinieri, ha letto quello del ministro della Difesa. Momento clou della giornata è stato, quello dell’alzabandiera cui ha fatto seguito la consueta deposizione della corona di alloro ai caduti.

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