Il cross delicato di D’Alessandro, la zampata di Coda, la rete che si gonfia e la corsa sotto la Sud. E poi i minuti conclusivi, quelli interminabili dell’assalto velleitario del Chievo all’area giallorossa, dominata da Lucioni e da una agguerrita schiera di compagni finalmente aggressivi al punto giusto. Il fischio di Forneau, triplice e definitivo, è stato il preludio a imprecazioni spontanee. Quelle degli uomini vestiti di giallorosso, in ginocchio in mezzo al campo, stremati dalla fatica. Ma anche quelle dei diecimila sulle gradinate. Stremati anch’essi dalla fatica – una fatica diversa – unita agli incubi che li avevano attanagliati al momento della segnalazione del recupero, memori di quanto accaduto troppe volte, fino a quel momento, a un passo dal gong. Ma stavolta no, a piangere sono stati gli avversari e a fare festa sono stati i nostri. Non accadeva dall’8 giugno, e sappiamo tutti quel giorno cosa si è festeggiato. La prima vittoria in serie A del Benevento è arrivata così, a pochissime ore dalla conclusione di un anno dai due volti, particolare, forse bizzarro ma di sicuro storico. Alla vigilia del confronto con il Chievo titolavamo “Esprimi un desiderio”. Qualcuno, quel consiglio, lo avrà seguito eccome, perché nella prestazione della squadra di De Zerbi con i veneti gli elementi magici non sono certo mancati.

Si pensi al debutto da titolare di Brignola, classe ‘99 dal grande avvenire, imbattuto in una squadra sconfitta ben 17 volte (ebbene sì, ha giocato solo contro Milan e Chievo) oppure al gol di uno dei giocatori più criticati dai tifosi, uscito però tra gli applausi dell’intero stadio al momento della sostituzione, autentica dimostrazione del fatto che per questa piazza l’impegno, la grinta e l’orgoglio vengono prima di ogni altra cosa e che il rancore non le appartiene. No, il Benevento non si è fatto mancare niente nel suo finale di 2017 con tanto di effetti speciali. E il 6 gennaio, nel giorno dell’Epifania, la Strega vuole battere un altro colpo.

Non sarà facile, altrochè. La Sampdoria è squadra vera, che gioca a calcio e fa gol con continuità, trainata da un centrocampo di cuore e muscoli e da uno dei migliori allenatori del panorama italiano. Ma c’è da tempo uno striscione in centro città, nei pressi dell’Arco di Traiano, che recita “Stiamo Arrivando”. A guardarlo pare appassito nella sua imponenza, deturpato da un avvio di stagione deludente come pochi si aspettavano. Ma chissà che l’attesa non sia terminata e che la Strega non arrivi, finalmente, per davvero.

Francesco Carluccio per Corriere Sannita

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