Mentre il Sindaco Mastella, autocelebrandosi illustre epigono degli imperatori romani Adriano e Caracalla, si prodiga nell’illuminazione di alcuni monumenti, il Movimento 5 Stelle si impegna ad accendere luci sui problemi più urgenti della città e dei suoi cittadini.
Rimanendo sul tema, intanto, chiediamo spiegazioni sul cono d’ombra in cui giace quel che rimane dell’antica Basilica di San Bartolomeo de Episcopio, situata in un angolo degradato di piazza Orsini, accanto alla facciata laterale del Duomo, che conserva pochi ma preziosi affreschi ancora più sfortunati di quelli scoperti in Piazzetta Sabariani!
Ed, ancora, perché non si riesce a ripulire ed illuminare il monumento a Manfredi di Piazza Bissolati, che ricorda la morte del re svevo nella Battaglia di Benevento ed il suo incontro nel Purgatorio con Dante, di cui si ricorderanno solennemente, nel 2021, i settecento anni dalla morte.
Senza bisogno di richiamare le umilianti posizioni nelle classifiche nazionali sulla qualità della vita, è palpabile la difficoltà diffusa dei cittadini a vivere con dignità e serenità in una città che pone rischi in successione.
È di queste ore l’annuncio dei ripetuti sforamenti delle micidiali PM10, particelle che regalano ai nostri polmoni una «mal’aria» certamente non «curabile» con la banale interruzione momentanea del traffico. In una situazione, tra l’altro, di grande affanno che colpisce anche la sanità locale.
Nel nostro più recente intervento avevamo accennato, proprio in riferimento alla lotta alle PM10, alla necessità, divenuta urgente, di un Piano territoriale degli Orari, già previsto dalla lontana legge 53 dell’8 marzo 2000 e mai attuato da alcuna amministrazione della nostra città.
A Benevento non si pensa certo a politiche di potenziamento del trasporto pubblico e di contrasto all’uso privato delle auto, ma si crede di risolvere il problema del traffico eccessivo con la progettazione di nuovi parcheggi, anche sotterranei, in aree centrali e di pregio.
L’ulteriore, angosciante problema della disoccupazione e della precarietà sociale determina l’aumento del rischio di povertà, a cui bisogna contrapporre provvedimenti a 360 gradi.
Con la legge «Gadda» n. 166/2016 si è intensificata la lotta agli sprechi lungo la filiera agro-alimentare, favorendo il recupero e la donazione dei prodotti in eccedenza. L’ambito di applicazione della predetta norma è stato ampliato con l’approvazione della Legge di Bilancio 2018. Ora è possibile donare anche prodotti per l’igiene della persona e della casa, integratori alimentari, presidi medico-chirurgici, prodotti di cartoleria e cancelleria. Nel primo anno di applicazione, questa norma antisprechi ha permesso di incrementare le donazioni di oltre il 20%. Il recupero delle eccedenze può contribuire, anche se solo in parte, ad alleviare le sofferenze di 18 milioni di Italiani, i più numerosi in Europa a rischio di povertà ed esclusione sociale.
Quello che chiediamo all’esecutivo di Palazzo Mosti è di seguire l’esempio di città come Bergamo, Brescia, Monza, Varese, Milano che hanno deliberato riduzioni del 5-6% della TARI, fino al massimo del 20% della parte variabile, ai soggetti della distribuzione e della ristorazione, ai negozi che devolvono a enti no profit una quantità di merce di valore prestabilito: più viene donato, maggiore è il risparmio sulla bolletta dei rifiuti. E, in attesa di scovare finalmente i furbetti della TARI, le nostre casse comunali potrebbero già risparmiare, grazie al diminuito smaltimento dell’organico.
Il Movimento 5 Stelle ha rinunciato alla facile opposizione di protesta, per tentare, con la continua proposta, di «illuminare» scelte amministrative condivise, non solo spettacolari e scenografiche, ma soprattutto lungimiranti.