IMG_1644Ci vorrà ancora del tempo perché gli echi della vittoria del Benevento calcio si spengano. Un risultato inimmaginabile solo qualche anno fa, quando la squadra era al quinto posto in classifica nel girone C di Lega Pro. Poi la B e infine gli stregoni volano in A. Una squadra di stregoni quindi e sulle maglie una strega che vola sulla scopa. Perché Benevento e la strega?

E’ nell’etimologia del termine il destino infelice di questo personaggio: strega da strinx, uccello notturno dall’aspetto lugubre e dai poteri maligni. Il termine stregoneria evoca invece significati diversi nelle varie epoche, come il risultato dell’influenza reciproca tra le interpretazioni sociali, le realtà culturali e le credenze religiose
Presso alcune popolazioni la stregoneria è magia, forza soprannaturale praticata per il bene della comunità; lo sciamano o lo stregone agisce per guarire dalle malattie, per il raccolto e le condizioni meteorologiche, per sanare questioni tribali.
Nel mondo occidentale invece assume non solo un significato negativo, ma anche rappresenta una pratica esclusiva delle donne: “perché davvero, se non esistessero le iniquità delle donne, anche a prescindere dalla stregoneria, a quest’ora il mondo rimarrebbe libero da innumerevoli pericoli”.

Le leggende e le superstizioni popolari diffusero la credenza che le donne praticassero riti e magie, facendo ricorso a erbe medicamentose. Probabilmente la diffusione di tali pratiche soprattutto nelle campagne può essere spiegata semplicemente con la lontananza di medici o di strutture specifiche, con la necessità di usare le erbe come farmaci per la salute dei familiari o di chi ne avesse bisogno, con la pratica di culti remoti riferiti alla fertilità, alla terra e alle stagioni. ” Ella è fattucchiera ma anche ostetrica, conoscendo il modo di impedire una gravidanza o favorirla…” A provocare ancor oggi stupore è la violenza inaudita usata per inquisire e condannare donne colpevoli solo di aver curato con erbe. Ma torniamo alla donna. Perché essa è stata vista come l’incarnazione del male? Perché sebbene sia stata sempre sottomessa bisognava comunque prevenire e bloccare ogni sua forma di ribellione. Per la filosofia solo l’uomo può staccarsi dal corpo e ascendere alla sfera del pensiero puro, mentre la donna è legata biologicamente al corpo mediante il sesso, il parto, l’allattamento… Ed ecco la creazione nell’immaginario collettivo della figura della strega, per evitare che la donna volontariamente o involontariamente intralci i dogmi della chiesa e le leggi della società. E poi la figura femminile è comunque legata al sesso e il sesso, non finalizzato alla procreazione, è peccato e la donna è insieme tentatrice e peccatrice.
E così arriviamo alle Janare, le streghe di Benevento che praticavano il sabba col caprone-demonio, orge e accoppiamenti, voli coperte da unguento, balli sfrenati intorno al noce fino allo stato di trance.
Pratiche che fanno ricordare il tarantolati o i dervishi che con i loro movimenti ossessivi giungerebbero a una condizione di malessere generale, accompagnata da turbe emotive e offuscamento dello stato di coscienza, come l’epilessia o l’isteria.
Praticamente fenomeni che dovrebbero essere oggetto di studio di uno psichiatra o di un antropologo, curati in strutture sanitarie e non nelle camere di tortura o sui roghi ardenti.
Ma per noi beneventani le parole strega e stregoni non spaventano, anzi conservano un suono familiare e positivo: le streghe erano donne libere e ribelli e gli stregoni sono riusciti a rompere un sortilegio lunghissimo ed entrare nella storia del calcio.

Lidia Santoro per CorriereSannita