Il presidente dell’Asia Benevento, Lucio Lonardo, con una missiva indirizzata al presidente della Giunta Regionale, al Nipaf, al procuratore, al prefetto e al sindaco di Benevento, torna sulla questione relativa al sequestro del capannone ‘Sannio Tiranteria’, dando comunicazione di quanto segue:
“Dal verbale del sequestro, ad opera del NIPAF, del sito di stoccaggio provvisorio per detriti e materiali di risulta alluvionati sito nella zona industriale di contrada Olivola, apprendiamo che Lei ritiene tali rifiuti non assimilabili a quelli urbani, ma a parere dello scrivente a tali rifiuti spetterebbe il codice 200399, assimilabile quindi a rifiuto urbano, come da dispositivo adottato in sede di legislazione nazionale a seguito di eventi catastrofici avvenuti in Veneto ed Emilia Romagna, decreto legge n.4 del 28\01\2014 convertito nella legge n.5 del 28\03\2014, art. 3 comma 5,articolo.
Detto questo, con la presente Le comunico l’impossibilità dell’ASIA a continuare la propria attività di rimozione dei fanghi stradali e delle suppellettili distrutte nelle civili abitazioni danneggiate dall’alluvione.
Tra l’altro, non abbiamo titolo a chiedere il dissequestro dell’area in quanto non ne siamo gestori, come attesta la nostra iscrizione all’albo gestori per categorie diverse e soprattutto, atteso che è stata a noi affidata la custodia del sito nella persona del responsabile tecnico, è pregato di provvedere per tempo alla copertura finanziaria da riconoscere all’Azienda custode per la messa in sicurezza del sito e questo per i seguenti motivi:
a) L’ASIA aveva adempimenti di competenza solo per il conferimento e per garantire l’accesso al sito;
b) L’Azienda è stata la più duramente colpita dagli eventi alluvionali con milioni di euro di danni per cui non abbiamo copertura finanziaria;
c) Il corrispettivo aziendale è interamente versato dalla TARI a carico dei cittadini per attività di raccolta e spazzamento per cui tali somme non possono, a parere dello scrivente, essere distratte per la tutela del territorio;
d) Lo stabile, costruito ai sensi della l. 480, individuato come sito, è sotto la tutela di un curatore fallimentare che ha incaricato il Comune di procedere all’asta per cui andremmo a gratificare una proprietà privata che con le migliorie riceverebbe un indebito arricchimento per la proprietà.
Senza contare che, eventuali lavori specifici e attinenti alla funzione di stoccaggio di rifiuti, tra l’altro non possibili più già dal primo giorno per la presenza di decine di tonnellate di rifiuto,renderebbero il bene non più alienabile secondo lo schema preliminare di bando : e magari con l’aria che tira contro l’ASIA ci avrebbero accusato pure di turbativa d’asta, in quanto saremmo stati gli unici ad avere interesse ad una simile tipologia di acquisto!
Tra l’altro, lo dico sinceramente, dopo 5 mesi non possiamo dare più la nostra disponibilità, data in un particolare periodo emergenziale, a proseguire la nostra attività di supporto alle popolazioni alluvionali e questo sia perché i mezzi andati distrutti non sono stati ancora sostituiti, in quanto nulla è sin qui emerso dalle schede da tempo consegnate al Suo Ufficio, sia per non continuare ad essere coinvolti in vicende dal risvolto penale che francamente non ci competono.
Ricordo, solo a me stesso, che la nostra situazione non è seconda per gravità alla zona ASI e agli altri Comuni alluvionati, per cui è impellente, per il proseguimento di qualsiasi attività inerente alla raccolta di materiale alluvionato procedere all’individuazione di uno stoccaggio in sicurezza e di un rapido avvio a smaltimento in impianti autorizzati sicuramente non presenti sul territorio provinciale.
Al contempo La invito a riconsiderare l’ipotesi di Piano Borea dove, come da documentazione inviata tempo addietro al Suo ufficio, sono presenti 2 vasche impermeabili per stoccaggio dei rifiuti abbastanza capienti per la bisogna.
Una celere risoluzione della drammatica problematica in oggetto è auspicabile in quanto, trovandoci alla vigilia di Elezioni amministrative nella Città capoluogo, il particolare e acceso clima già presente in questi giorni, farà da cassa di risonanza per questo vulnus aperto negli animi dei cittadini producendo, con effetto a cascata, inutili e dannose strumentalizzazioni che finiranno per far perdere l’orientamento per una bona gestio” della triste vicenda. La scelta di un capro espiatorio la dice lunga sul clima di caccia alle streghe che stiamo vivendo in questi giorni e la cosa fa veramente male se pensiamo che l’Azienda, pur avendo perso tutte le attrezzature e il 30% dei mezzi, ha fatto il primo carico di derrate provenienti da siti alluvionati già a 2 ore dall’evento fino ad arrivare agli attuali 25.000 m.c. senza modificare di un’ora il servizio giornaliero del porta a porta per la raccolta del rifiuto differenziato domestico delle circa 28.000 utenze. Ci aspettiamo anche a questo punto una sanzione per aver usufruito della generosità della sede locale del Coni e del suo presidente Nazionale Malagò, che ci ha consentito i propri spazi come logistica per far partire, h24, i mezzi per la raccolta dei detriti e fanghi alluvionati, visto che la sede tecnica e i mezzi ivi allocati erano in acqua e fango per 3 metri di altezza!”.