UIL-500x336[1]Nell’Audizione alla XI Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera, la Uil ha presentato ieri le sue valutazioni sul Decreto Legge n. 90/2014 riguardante la riforma della PA. La Uil ha dato un giudizio estremamente negativo sul provvedimento in quanto una vera riforma della pubblica amministrazione avrebbe dovuto affrontare temi rilevanti come la qualificazione dei servizi pubblici, la semplificazione delle procedure, un piano di investimenti per formazione e nuove tecnologie e l’innovazione dell’organizzazione per migliorare l’efficacia dei servizi, reperendo i finanziamenti con tagli a sprechi, sperperi e lotta al malaffare. Soprattutto, una riforma vera non può prescindere dal coinvolgimento di chi ci lavora, valorizzandone la professionalità e riconoscendo i loro diritti, a partire dal rinnovo dei contratti. Che non sia un provvedimento organico di riforma è comprovato dal fatto che si tratta di un decreto con norme disarmoniche fra di loro e che incidono solo, in termini negativi, sui lavoratori del pubblico impiego. Mentre ancora non si conoscono i contenuti del disegno di legge, che pur era stato varato nel Consiglio dei Ministri, e che dovrebbe essere il proseguimento di questa presunta riforma. La Uil ha proposto alcuni emendamenti che dovrebbero essere approvati per ripristinare uguaglianza di trattamento fra lavoratori pubblici, in particolare sui processi di mobilità obbligatoria, sull’eventuale ricorso a mansioni inferiori e sulle prerogative sindacali.
“Il provvedimento – osserva Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto della Uil Avellino/Benevento – incide profondamente sullo stato del personale, senza che siano state coinvolte le organizzazioni sindacali. Addirittura vengono considerate nulle le normative contrattuali che prevedono un diverso regime rispetto ai contenuti del decreto legge. Per questo la Uil ritiene non più procrastinabili i rinnovi contrattuali: il salario individuale dei lavoratori pubblici è bloccato al 1° gennaio 2009, mentre è stato profondamente ridotto il potere di acquisto degli stipendi”.