Intervista a Felicida Maio, giovane imprenditrice sannita, tornata in patria per dare una ventata di novità alla sua impresa, l’Azienda Agricola Rotola.
Da Adelaide a Ceppaloni è un bel cambiamento: perché?
Sono tornata perché amo il mio territorio e il mio vigneto. Sono tornata per mettere a frutto le esperienze fatte in Australia qui nel Sannio e per valorizzare le nostre risorse e dare un segnale di cambiamento in una realtà complessa come la nostra. Vivere per tanto tempo in un altro continente molto diverso dall’Italia per cultura, tradizioni, stile di vita, mi ha insegnato ad aprire la mente e a guardare oltre. E’ stata un’esperienza di vita molto forte: vivere al di fuori della ” comfort zone”, lontano dalla mia famiglia e dal mio ambiente protettivo e rassicurante è stato traumatico da un lato ma un grande passo dall’altro. Mi ha consentito di migliorare la lingua e comprendere nuove modalità di gestione di un’attività imprenditoriale, il mio obiettivo ora è utilizzare queste nuove competenze per rinnovare e rendere più competitiva la mia azienda agricola.
Grandi trasformazioni in vista per la tua azienda quindi. Qualche anticipazione?
La mia famiglia produce vino da oltre 40 anni, concentrandosi sulla produzione di aglianico, falanghina e coda di volpe. La mia intenzione è di dare una ventata di freschezza all’azienda non solo dal punto di vista produttivo – ampliando la produzione ed introducendo nuovi vini più adatti ai gusti dei consumatori esteri – ma soprattutto dal punto di vista strategico. Sono molti i progetti già in cantiere per i prossimi mesi: vogliamo aprirci a nuove opportunità derivanti dall’estero, innanzitutto. Punteremo sull’enoturismo, su wine tasting rivolti ad importatori stranieri, su eventi di degustazione di vino e altri prodotti tipici del territorio, su visite in vigna per turisti ed appassionati italiani e stranieri, lavoreremo molto di più sulla comunicazione e sulle strategie di marketing per allargare gli orizzonti della nostra azienda. Il mercato del vino italiano è ormai saturo, sono convinta che il futuro del vino italiano è l’export ma bisogna strutturarsi al meglio per essere pronti.
Ti è capitato di trovare vini italiani in Australia?
Benché i vini australiani siano notoriamente di buona qualità ed abbiano fama e prestigio nel mondo, il vino Made in Italy mantiene ancora inalterato il suo fascino. Ho notato, inoltre, che molti “wine makers” australiani di origini italiane hanno iniziato a produrre qualche vino tipicamente tricolore. In generale c’è una buona presenza di vino italiano, in prevalenza proveniente da Piemonte, Veneto, Toscana, Sicilia e mi è dispiaciuto constatare la scarsità di vini campani. E’ stato lo spunto per riflettere su quanto i nostri vini siano di qualità ma quanto poco si investa in promozione all’estero. Anche per questo ho deciso di tornare e dare nuova vita alla mia cantina. Il vino del Sannio merita di più.
Quali sono i punti di forza e quelli di debolezza del vino sannita?
Tra i punti di forza certamente l’alta qualità produttiva e tutto il background che noi sanniti ci portiamo dietro derivante da anni di tradizioni, cultura, storia, condizioni naturali e climatiche, tutti elementi che permettono la realizzazione di un prodotto ben identificabile grazie ale caratteristiche uniche della propria territorialità. Il vino del Sannio è decisamente espressione del territorio. Ma l’Italia è piena di territori e produzioni eccellenti e la competizione è elevatissima ed agguerrita.
A mio avviso il vero problema è che il Sannio e i suoi tesori enogastronomici non sono riconosciuti come brand, specialmente sui mercati esteri dove predominano vini e regioni che hanno investito ( e continuano ad investire) di più in strategie di marketing.
Cosa conta di più dunque? Produrre un buon vino o saperlo comunicare bene?
Ambedue. La qualità è requisito imprescindibile ma non sufficiente. E’ una buona base di partenza alla quale aggiungere interventi di comunicazione e promozione internazionale. Le cose da poter fare sono molte, va creata la cultura e la conoscenza del nostro prodotto al di fuori dei confini nazionali. Si deve lavorare sul packaging e su tutta l’immagine aziendale, sui social network, su una rete di contatti professionali, su wine tasting ed eventi promozionali all’estero, sul buon rapporto qualità-prezzo del vino e così via. Insomma, tenere gli occhi aperti sulle opportunità e non aver paura di investire. Entrare sui mercati esteri non è facile e non è immediato, è un processo da costruire giorno dopo giorno.
In un momento storico ed economico così difficile per la nostra nazione e ancor di più per il nostro Sannio, onore e merito ai giovani che scelgono di tornare a casa per fare impresa e sviluppo del territorio.