La diga di Campolattaro sul fiume Tammaro sta rilasciando nell’alveo dall’inizio della stagione estiva 3 volte la quantità di acqua che riceve dallo stesso fiume a monte. Quest’afflusso ha scongiurato e scongiura in questi mesi di prolunagata siccità, il prosciugamento dello stesso Tammaro e del Calore di cui è affluente.
E’ quanto emerso oggi nel corso di un incontro tra il Presidente della Provincia di Benevento Claudio Ricci e il Presidente della Società partecipata Asea, Carlo Petriella, che per conto dell’Ente gestisce la diga di Campolattaro sotto la supervisione della Direzione Nazionale Dighe.
Il rilascio dell’acqua dalla diga non è casuale: si tratta di un preciso indirizzo del Presidente Ricci ed è curato da tecnici della Società Asea.
Con opportune manovre sulle paratoie la diga di Campolattaro sta contribuendo alla salvaguardia dell’ecosistema sannita, in particolare di quello del fiume Tammaro e dello stesso fiume Calore di cui il primo è affluente. Senza questo apporto d’acqua, sicuramente almeno il Calore sarebbe oggi totalmente in secca (come accadde un decennio or sono).
Più precisamente, dal punto di vista tecnico, i dati del bilancio idrologico di luglio della diga di Campolattaro registrano un dato medio di afflusso o di ingresso da parte del fiume Tammaro pari a 0,38 metri cubi/al secondo; all’uscita della diga, invece, l’acqua rilasciata in alveo (utilizzando ovviamente quella raccolta dall’invaso nei mesi precedenti) è pari a 2,14 metri cubi al secondo. Dunque il Tammaro continua a portare nel Calore una cospicua risorsa d’acqua che ne impedisce il totale prosciugamento. Ovviamente, ciò significa che, rispetto ai mesi scorsi, il livello dell’invaso di Campolattaro si è di molto abbassato, e tuttavia, con questa manovra, è stato possibile mantenere il deflusso vitale del Tammaro e quindi del Calore (che attraversa per 60 chilometri il territorio della Provincia) e con esso l’ecosistema fluviale.
“Stiamo dando il nostro contributo alla tutela del territorio con questo rilascio programmato d’acqua. Se non l’avessimo fatto sarebbe stato un disastro per la Provincia ed in particolare per la sua agricoltura di eccellenza”. Questo il commento di Ricci.