Pasquale Zotti ci ha invitato a dare voce ad un ennesimo caso d’ingiustizia sociale, una situazione che si trascina da 24 anni e che, nonostante una sentenza di condanna dell’Iacp di Benevento, emessa nel 2012, ancora non si risolve. Il fatto è stato dallo stesso Zotti riassunto in una nota che qui di seguito pubblichiamo.
“La presente per segnalare un caso di pessima applicazione ed esecuzione della giustizia, nonché di cattiva o nulla amministrazione della cosa pubblica. Allo scopo di non annoiarvi con le solite accuse all’italiana, vengo subito ai fatti:
mi chiamo Pasquale Zotti, sono un padre di famiglia con moglie e tre figli a carico; sono l’unico in casa ad avere un lavoro e cerco di tirare onestamente avanti la famiglia. Dal 1991 conduco in locazione un alloggio di edilizia residenziale pubblica in Benevento alla via Navarra, di proprietà dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari della Provincia di Benevento.
Sin dai primi anni di occupazione la casa di abitazione ha avuto dei grossi problemi di umidità diffusa, di condensa e di muffa un po’ in tutti gli ambienti. Dimenticavo di dire che l’istante è invalido al 35% per problemi epatici; la moglie (Giovanna De Tata) è invalida al 68%, invalidità derivante da un delicato intervento chirurgico alla testa, e uno dei tre figli in seguito ad accertamenti clinici è risultato allergico a polvere, umidità e muffa.
Ovviamente il sottoscritto si è premurato nel corso degli anni di portare a conoscenza della situazione l’Ente proprietario che è intervenuto unicamente per accertare lo stato di fatto, non per eliminarlo: sin dai primi sopralluoghi appariva evidente l’errata realizzazione del fabbricato che rendeva urgente ed indifferibile l’esecuzione di lavori con realizzazione di un cappotto termico con rimozione dei danni interni all’alloggio.
Stante l’inerzia del proprietario, non ho potuto far altro che citare in giudizio lo stesso proprietario, con nomina immediata da parte del Giudice di un c.t.u. che, dopo i necessari sopralluoghi, evidenziava nella perizia vistose macchie d’umidità in tutti i locali e dichiarava necessarie numerosi interventi agli infissi e all’intonaco. Da un sommario sguardo alle opere necessarie appare evidente che nel caso specifico trattasi di opere di manutenzione straordinaria e, come totali, a totale carico del proprietario. Ed ancora, dall’esame del consulente tecnico d’ufficio risultava che la muffa aveva aggredito la parte posteriore di gran parte del mobilio esistente in casa.
Sulla base di tali presupposti il Giudice del Tribunale di Benevento – Sezione Civile – non poteva non emanare una sentenza favorevole al conduttore: tale è la Sentenza n. 1137/2012 emessa in data 25 luglio 2012, depositata in Cancelleria in pari data e pubblicata in data 2 agosto 2012: il provvedimento in parola condannava l’IACP di Benevento ad eseguire i lavori di cui alla perizia del c.t.u., nonché a pagare al sottoscritto la somma di €. 1.000,00, attuali alla data della sentenza oltre interessi legali da tale data al soddisfo, ed ancora a rifondere all’istante le spese di lite.
Ed ecco che veniamo a quello che in premessa ho chiamato ‘pessima applicazione ed esecuzione della giustizia’: nonostante una sentenza l’IACP di Benevento non si curava minimamente di porre in essere i lavori intimatigli né a corrispondere al sottoscritto tutto quanto statuito in Sentenza. Né valevano i continui solleciti a provvedere fatti presso gli uffici competenti, seguiti da una richiesta di incontrare personalmente il Commissario Straordinario dell’Ente. Lo stesso, poi incontrato, si dichiarava esterrefatto ed inconsapevole e, pertanto, convocava nell’immediato i funzionari preposti che confermavano il tutto.
Da quanto sopra esposto appare evidente che l’inerzia del proprietario dell’alloggio anche dopo una sentenza allo stesso notificata in forma esecutiva in data 27 settembre 2012 poteva essere combattuta solo con un atto di precetto ex art. 612 C.p.c., cosa che puntualmente avveniva con atto intimato all’IACP in data 10 gennaio 2013 dal legale del sottoscritto.
Ma ancora oggi, a distanza di quasi 3 anni dall’atto di precetto, niente è stato fatto, il sottoscritto ed il suo nucleo familiare sono ancora costretti a vivere, con le loro patologie, in uno stato estremo di degrado e nel frattempo la Regione Campania ha nominato un nuovo Commissario Straordinario per l’Ente.
Tutto ciò premesso, si invita codesta spettabile Redazione a voler rendersi partecipe della situazione e farla conoscere con apposita campagna di stampa agli ignari cittadini che continuano a pagare le loro tasse del tutto inconsapevoli che le stesse non garantiscono nemmeno i diritti fondamentali degli italiani, anche di fronte una sentenza emessa oltre tre anni fa. E’ una situazione degradante e triste che prosegue nell’indifferenza di chi dovrebbe porvi rimedio in virtù di una sentenza e di un naturale senso di civiltà.”