“Space Unites the World: incontri con la scienza” è il titolo dell’iniziativa del Club per l’UNESCO di Benevento con l’Università degli Studi del Sannio in occasione della World Space Week 2018. Mercoledì 10 ottobre gli studiosi Antonio Feoli, Giuseppe Longo e Innocenzo M. Pinto terranno tre conferenze presso l’Auditorium Vergineo in Piazza Santa Sofia, a partire dalle ore 10.30.
Dopo i saluti del rettore Filippo de Rossi e di Paola Cecere, presidente Club UNESCO di Benevento, introduce e presiede Gaetano Continillo, docente dell’ateneo sannita.
Alla 11 prenderà il via la relazione del prof. Antonio Feoli dell’Università del Sannio su “Ai confini della realtà: i buchi neri”.
Quando una stella muore, gli strati esterni vengono espulsi con una grande esplosione. La luminosità della stella aumenta notevolmente per alcuni giorni e poi si affievolisce. Gli strati interni della stella formano, invece, degli oggetti molto compatti, tanto più densi quanto più grande era la stella iniziale. Se la stella che muore è molto più grande del nostro sole, produce un buco nero. Questo oggetto ha delle proprietà molto strane, la prima delle quali è che qualsiasi corpo celeste entri nella sua zona di influenza non può più tornare indietro, neanche la luce riesce a sfuggire alla sua attrazione gravitazionale. La zona dove si trova il buco nero appare, quindi, completamente nera e indistinguibile dal buio della notte ad un osservatore esterno. La zona interna al buco ha, inoltre, caratteristiche così diverse dalla nostra realtà di tutti i giorni da sembrare un argomento di fantascienza. Il seminario intende ripercorrere il cammino che ha portato a concepire l’esistenza di un oggetto così strabiliante.
Alle ore 11.30 il prof. Innocenzo M. Pinto dell’Università del Sannio relazionerà su “L’Universo: dall’armonia delle sfere alle antenne gravitazionali”.
Il 15 settembre 2014 l’antenna gravitazionale LIGO, osservava per la prima volta il segnale prodotto da un’onda gravitazionale originata dalla collisione tra due buchi neri formanti un sistema binario, a distanza di circa due miliardi di anni luce. Nell’agosto 2017, le antenne LIGO e Virgo (quest’ultima in Italia) hanno registrato la prima osservazione congiunta delle onde gravitazionali prodotte dalla coalescenza di un sistema binario di stelle di neutroni, il che ha permesso di localizzare la posizione della sorgente con grande precisione, e quindi di osservare il fenomeno nello spettro elettromagnetico, inaugurando la multimessenger astronomy. L’osservazione delle onde gravitazionali apre una nuova finestra sull’Universo, che promette di migliorare in modo significativo la nostra comprensione del Cosmo, e propone importanti sfide tecnologiche.
Infine alle ore 12 il prof. Giuseppe Longo dell’Università Federico II di Napoli parlerà di “DATA SCIENCE: Il futuro della scienza”.
L’Intelligenza artificiale (AI) di terzo livello è ormai una realtà: le macchine si autoprogrammano per svolgere compiti complessi che, in alcuni casi, richiedono intuizione e creatività. SI stima che entro il 2050 l’intelligenza artificiale raggiungerà l’autocoscienza. Big data e AI stanno cambiando la storia e la società, oltre che la scienza, e ciò diverrà sempre più importante negli anni a venire. I nuovi strumenti, infatti, permettono di osservare l’universo a tutte le lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico e producono un volume di informazioni che già oggi è assolutamente ingestibile senza l’aiuto di strumenti di machine learning (AI di primo e secondo livello). Si stima che già oggi oltre il 95% dei dati raccolti non vengono mai toccati da operatore umano. Tale “rivoluzione” non è solo quantitativa ma, anche e soprattutto, qualitativa. È ragionevole attendersi che nei prossimi dieci anni, dalla triade nuovi strumenti-big data-intelligenza artificiale, emergerà una nuova fisica.